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Riforma, il ministro Carlo Nordio: primo passo per una giustizia giusta

Gianni Di Capua
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«Spiace che Berlusconi non abbia potuto vedere la riforma». Inevitabile il ricordo del Cavaliere nelle prime parole che il guardasigilli Carlo Nordio pronuncia nella conferenza stampa tenuta subito dopo il Consiglio dei ministri in cui è stato approvato il ddl Giustizia. Un testo che non è frutto dell’improvvisazione bensì «il frutto di sei mesi di lavoro di uno staff estremamente preparato». Il reato dell’abuso di ufficio «viene abrogato e viene eliminata la paura della firma. Ho sentito parecchie inesattezze sul vuoto di tutela che si realizzerebbe, un vuoto che non c’è» ha spiegato Nordio illustrando una delle novità. Nel testo infatti viene abrogato l’articolo 323 del codice penale. Non solo. Il ddl interviene anche sulle intercettazioni, escludendo chi è estraneo al processo. «Siamo intervenuti sulle intercettazioni, non come vorremmo ma come faremo, perché una radicale trasformazione del sistema, che ha raggiunto livelli quasi di imbarbarimento, presuppone una rivoluzione del codice di procedura penale. Siamo intervenuti nel settore più sensibile, dove era possibile intervenire in via di urgenza, per tutelare il terzo» ha spiegato Nordio. Modificata anche l’informazione di garanzia, nel ddl si prevede che la consegna avvenga in modo da garantire la riservatezza e che il fatto venga descritto in modo sommario.

«Siamo intervenuti sull’informazione di garanzia che è diventata una garanzia di informazione, ovvero una volta che viene emessa, il giorno dopo finisce sui giornali e costituisce una condanna anticipata». Il ministro ha tenuto a specificare che «non è un bavaglio alla stampa». Per «snellire» il processo viene introdotta «una limitazione dei poteri di appello del Pm per quanto riguarda le sentenze di assoluzione. Se una persona è già stata assolta in un processo è irrazionale che il Pubblico ministero possa appellare, perché o quel giudice è irragionevole e andrebbe cacciato o è sbagliata la norma». Limitando però «questa possibilità di appello perché abbiamo una sentenza della Corte costituzionale che ha dei limiti, li abbiamo rispettati ma abbiamo introdotto questo concetto». Adesso l’obiettivo è «portare a compimento l’idea liberale e garantista di uno dei nostri più grandi ministri della Giustizia, ossia il prof. Vassalli il cui codice è stato snaturato». L’auspicio è che «questa approvazione ora passi all’esame del Parlamento nel più breve tempo possibile e auspico che l’opposizione faccia sì il suo lavoro ma in termini razionali, non emotivi» ha detto Nordio. «Il Parlamento - ha aggiunto - deve essere disposto ad ascoltare. L’auspicio è che si argomenti con delle ragioni non del cuore nè tanto meno della pancia ma del cervello. Confrontiamoci non in vuote formule di estrazione metafisica che non nascondono nulla ma solo povertà di idee» ha concluso il Guardasigilli.

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