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Da Bindi a Vauro, gli ultimi talebani dell'ortodossia anti-Berlusconi

Christian Campigli
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Nonostante sia scomparso l’altro ieri, sono tanti, troppi, anche se con toni diversi, i commenti al veleno contro Silvio Berlusconi. Tra le più discutibili vanno registrate certamente le parole di Tomaso Montanari. Il Rettore dell'università per stranieri di Siena, l'uomo che in passato aveva partecipato con orgoglio al convegno «uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del Ricordo», si è rivolto «a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente. Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano. Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università». Concetti che sono stato subito ripresi ed esaltati da Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista. «La decisione del governo di dichiarare il lutto nazionale è un atto di prepotenza che offende tante italiane e italiani. Non è colpa del rettore o nostra se la destra approfitta pure dei funerali per fare operazioni politiche spregiudicate volte a riscrivere la storia del nostro paese. Per questo ho sottoscritto la petizione online lanciata da una cittadina a sostegno della dichiarazione del rettore Montanari». Acerbo fa riferimento ad una sottoscrizione digitale presente sul sito Change.org, in difesa di Montanari, sottoscritta da appena 1840 firme. Sulla falsa riga della decisione di Montanari anche il comune di Sesto Fiorentino, piccolo centro ad un passo dal capoluogo toscano. L'amministrazione comunale di sinistra ha deciso di limitare l’esposizione delle bandiere a mezz’asta alla sola giornata di oggi.

 

 

Contro la decisione di indire funerali di Stato e il lutto nazionale si sono schierati anche tre esponenti della sinistra. «Il lutto nazionale per una persona divisiva com'è stato Berlusconi secondo me non è una scelta opportuna», ha sentenziato Rosy Bindi, ex ministro ed esponente del Partito Democratico, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Andrea Crisanti, senatore del Pd, si è professato contrario anche ai funerali di Stato. «Berlusconi è stato un uomo politico che ha ricoperto importanti ruoli istituzionali e condizionato la vita politica dell'Italia. Ma non dobbiamo dimenticare che alcune sue azioni non hanno avuto alcun rispetto per lo Stato che rappresentava». Aspre anche le parole del capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella. «La scelta di onorare la figura di Berlusconi con la proclamazione del lutto nazionale è incomprensibile e ingiustificabile. L’Italia dovrà fare i conti con la sua eredità e certo non beatificarlo».

 

 

Pessimo lo spettacolo offerto dalla bagarre in consiglio regionale ligure, al momento del ricordo di Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio, Gian Marco Medusei, ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per l'ex premier, ma il consigliere di minoranza Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha deciso di non partecipare ed ha abbandonato l'aula. Ha fatto discutere anche la vignetta di Vauro. «Ma non sono sempre i migliori che se ne vanno?», si chiede il personaggio che nella vignetta si interroga dopo il decesso dell'ex Presidente del Consiglio. Una cascata di odio, alla quale ha voluto rispondere il premier Giorgia Meloni. Pubblicando un video di Silvio Berlusconi diventato epico: quello di Cinisello Balsamo, quando l'ex Primo Ministro, durante la campagna elettorale per le amministrative, si scagliò contro alcuni contestatori. «Questo vi fa capire la differenza tra noi e loro. Noi non siamo mai andati a disturbare l’incontro tra capi ed elettori perché siamo uomini democratici. Hanno strumentalizzato paura, speranza, dolore, morti, vergogna. Non avete dignità, nobiltà d’animo, libertà: siete ancora, oggi e come sempre, dei poveri comunisti».

 

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