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Sergio Mattarella ricorda la Costituzione: diritto al lavoro è diritto alla felicità

Edoardo Romagnoli
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Oggi è la festa della Repubblica che coincide con il 75esimo anniversario dall’entrata in vigore della Costituzione italiana che all’articolo 1 ricorda che «l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». E proprio sul lavoro è intervenuto su «Poste News», il giornale del gruppo Poste Italiane, il presidente Mattarella ricordando come «la nostra Carta indica il diritto al lavoro che, a ben vedere, è un altro modo di declinare la dignità umana, fatta di realizzazione personale e di strumenti di sostentamento, sulla strada della felicità. Questo è un impegno impresso come incipit nella nostra Costituzione e ripreso nei primi quattro articoli con una chiarezza e una forza eccezionali».

Il lavoro, ha ricordato il presidente, «è un obiettivo che ancora manca per troppi giovani e troppe donne. C’è la necessità - prosegue il Capo dello Stato - di connettere le trasformazioni dei modelli economici in atto, in ragione dell’evoluzione tecnologica, con la formazione necessaria per interpretarle, governarle per affermare il primato della persona contro mere logiche di profitto o di dominio». Mattarella ha sottolineato come «lavorare in un Paese diverso dal proprio deve essere una scelta e un’occasione per accrescere la propria formazione. Non può essere una fuga necessaria. I giovani chiedono di essere ascoltati. Sono l’energia vitale che va velocemente reintrodotta nel motore dell’Italia». E l’articolo 3 della Carta assegna alla Repubblica proprio il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica economica e sociale del Paese. «È - ha ricordato Mattarella - la nostra declinazione di un diritto alla felicità». In un messaggio rivolto ieri ai Prefetti il Presidente della Repubblica ha evidenziato come «la mediazione sociale, l’ascolto e il dialogo con tutti gli attori sono preziosi per affrontare la questione del lavoro oggi, per l’affermazione della legalità, nel contrasto a ogni forma di sfruttamento, assicurando ogni sforzo per elevare la sicurezza delle condizioni lavorative». 
 

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