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Quali bonus e incentivi natalità: carta risparmio, tagli alle tasse e aiuto sul mutuo

Pietro De Leo
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L’obiettivo di rimettere in moto l’ingranaggio demografico è un punto qualificante del centrodestra, che sin dall’inizio del suo mandato ha fatto i conti con una difficile congiuntura economica, l’inflazione, il caro energia, a cui si aggiunge la necessità di contenere i conti. Tutto questo rende certamente difficoltosa l’adozione di misure strutturali, e però già in questo mini-giro di boa di sei mesi ha visto delle iniziative a favore dei nuclei e per favorire la natalità.

Nella manovra economica era presenta un corpus di misure comprese nel «pacchetto famiglie». A partire dalla conferma del meccanismo, per le famiglie a basso reddito, di ottenere il bonus sociale delle bollette. Per poter accedere a questo beneficio, il requisito Isee è stato alzato dai dodicimila ai quindicimila euro. Altro tema riguarda il contrasto all’inflazione. A questo proposito, è stato varato un intervento sui prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile, per i quali l’Iva viene ridotta al 5%.

Sempre in questo segmento si colloca lo stanziamento di 500 milioni di euro per introdurre una «Carta risparmio Spesa», il cui conseguimento è possibile con un reddito fino a quindicimila euro. La Carta potrà essere utilizzata, negli esercizi commerciali aderenti, per acquistare beni di prima necessità ed è gestita dai Comuni. E poi c’è l’assegno unico per le famiglie, che è stato incrementato del 50% dal primo gennaio di quest’anno. I nuclei destinatari di questa misura sono quelli che hanno figli di età inferiore a un anno e per quelle con tre figli di età compresa tra uno e tre anni con Isee fino a 40mila euro. Stessa crescita viene sancita per le famiglie dai 4 figli in su.

Altro tema, il congedo parentale. Qui, la manovra ha stabilito un mese in più di congedo facoltativo retribuito all’80%, che può essere utilizzato da uno dei due genitori fino ai sei anni di età del bambino. Altre norme, tuttavia, sono ricollegabili alle famiglie. Come ad esempio la proroga al 2023 per le agevolazioni per l’acquisto della prima casa per gli under 36. E ancora, l’aver riportato in vigore la norma del 2012 che consente di rinegoziare i mutui dal tasso variabile al fisso senza costi aggiuntivi. Si può accedere a questo meccanismo se si ha un Isee fino a 35mila euro e un limite massimo del mutuo a 200mila euro per l’acquisto della prima casa.

La casa, come noto, è il perno per la formazione di nuove famiglie. Andando avanti, analizzando sia la manovra che i provvedimenti successivi, c’è un filo che arriva sino al Decreto Lavoro, approvato il primo maggio. E che vede il doppio intervento sul cuneo fiscale. Ancora non è strutturale (ma il governo ha già messo in cantiere di rifinanziare un altro taglio una volta la scadenza degli effetti di questo e di renderlo strutturale entro la fine della legislatura), ma soldi in busta paga sono sicuramente un vantaggio per il potere di acquisto delle famiglie. Sempre nel decreto lavoro, poi, è stato varato, un intervento che riguarda i fringe benefit, di cui viene aumentata la soglia di defiscalizzazione.

Così come avvenuto nel 2022, anche per quest’anno si potrà ottenere fino a tremila euro con questo strumento, da utilizzare anche perle spese domestiche di luce, acqua e gas. L’investimento su questo versante è di 142 milioni di euro e va ad innescare un sistema virtuoso di welfare aziendale. Da un lato, infatti, l’obiettivo del governo è di far crescere i redditi reali delle famiglie.

Dall’altro, poi, c’è la volontà di limitare la rincorsa salari-prezzi. Al di là di quanto realizzato, resta l’obiettivo illustrato ieri dal ministro per la famiglia Eugenia Roccella: «Si parla di tutela fiscale ma per noi semplicemente è giustizia fiscale perché fino adesso la famiglia con figli è stata trattata in modo abbastanza iniquo. Non c'è stata differenza tra la capacità di spesa delle persone che hanno figli e quelle dei singoli. Ecco per noi sicuramente questo è un criterio che sarà al centro della riforma. Poi che sia il quoziente familiare, il fattore famiglia, le detrazioni, altre soluzioni, ci sarà modo di articolare le cose. La delega fiscale finito l’iter parlamentare avrà due anni di tempo». Minori tasse per chi ha figli sarà dunque il sentiero che orienterà l’attività del governo per le politiche sulla famiglia.

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