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“Non arrendiamoci”. L'appello dei deputati di Italia Viva e Azione sul Terzo Polo

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Un appello congiunto per cercare di calmare le acque e non buttare all’aria il progetto del Terzo Polo. Dalle pagine di Repubblica i deputati Enrico Costa (Azione) e Luigi Marattin (Italia viva) chiedono la pace tra i leader Carlo Calenda e Matteo Renzi: “Fino ad oggi abbiamo combattuto insieme in Parlamento e sui territori per la costruzione di una comunità liberal-democratica, popolare e riformista che offrisse agli italiani un’alternativa solida, strutturale ai populisti di entrambi gli schieramenti. Lo abbiamo fatto con passione, con convinzione, con quell’entusiasmo che stava nascendo dal basso e che stava creando i presupposti per la nascita di un progetto di lungo periodo. Tutto questo non solo è stato bruscamente interrotto, ma ha anche subito un consistente danno di immagine dalle modalità traumatiche con cui lo strappo si è consumato”.

 

 

I due onorevoli citano diversi temi come base dei piani politici: dalla “meritocrazia accoppiata alla garanzia di pari opportunità” alla “giustizia che garantisca il giusto processo, il diritto di difesa, la presunzione di non colpevolezza, la concezione del diritto penale come extrema ratio”, fino a «un sistema fiscale più leggero e più semplice”. “Noi intendiamo impegnarci, assieme ai tanti che hanno condiviso tutto questo finora, per far sì che il patrimonio politico che stavamo costruendo non vada sprecato”, spiegano i due parlamentari. “Le battaglie che abbiamo elencato, e la costruzione di un’offerta politica liberal-democratica in grado di superare un bipolarismo che ha trasformato la politica italiana in un confronto tra curve ultrà, sono più importanti dei destini, dei caratteri e delle ambizioni di ciascuno di noi. Oggi la situazione appare irrimediabile, ma noi non vogliamo arrenderci e non vogliamo tornare a dividere il campo del riformismo liberale, perché i contenuti condivisi sono una base solida dalla quale far ripartire il dialogo. I primi a chiedercelo sono i nostri elettori, che hanno creduto in noi ed oggi sono molto disorientati”. Ma Marattin e Costa sembrano quasi rivolgersi più alla platea che ai leader: sono loro ad aver litigato pubblicamente, con uno scambio di accuse piuttosto pesante andato in scena proprio ieri.

 

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