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Sprint sul Pnrr e 8 miliardi nelle tasche degli italiani. Gli impegni del governo nel Def

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Dario Martini
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Tra riduzione del cuneo fiscale e riforma delle aliquote Irpef, il governo intende destinare quasi 8 miliardi di euro alle tasche degli italiani. È la previsione per il 2023 e il 2024 contenuta nella relazione allegata al Def (Documento di economia e finanza) inviata dal ministro Giancarlo Giorgetti al Parlamento. Inoltre, se il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) sarà attuato completamente il Pil del nostro Paese è destinato a salire del 3,4% entro il 2026.

Per quanto riguarda i soldi che il governo prevede di destinare al sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, la cifra esatta è pari a 7,9 miliardi. Queste risorse saranno trovate in deficit, «confermando gli obiettivi programmatici di indebitamento netto già autorizzati con i documenti di programmazione dello scorso novembre e secondo quanto indicato nel Def - si legge nel documento -. In termini strutturali, il saldo risulta pari al -4,9% nel 2023, -4,1% nel 2024, -3,7% nel 2025 e a -3,2% 2026. Le risorse che si rendono disponibili saranno utilizzate con un provvedimento normativo di prossima adozione per sostenere il reddito disponibile e il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti nel 2023, e saranno destinate, nel 2024, a interventi di riduzione della pressione fiscale». Come detto, il maggior disavanzo che sarà autorizzato ammonterà a «3,4 miliardi di euro nel 2023 e 4,5 miliardi nel 2024».

Come spiega la ministra del Lavoro, Marina Calderone, «il taglio del cuneo serve per dare ulteriori risposte, abbiamo già fatto un intervento in manovra, individuando una fascia di lavoratori che avevano redditi che necessitavano di essere sostenuti. Adesso lo aumentiamo di un punto, girando il sostegno a famiglie e redditi da lavoro». L’obiettivo è arrivare entro fine legislatura a un taglio complessivo «di 5 punti», conferma Calderone, sottolineando però che «lo dovremo fare con attenzione ai conti pubblici e in forma progressiva».

Poi c’è il capitolo Pnrr. Sono di queste settimane le discussioni su una revisione parziale del Piano, per adeguarlo agli scenari cambiati rispetto a quando fu ideato. L’importante, però, è riuscire a spendere tutti i soldi che l’Europa dà all’Italia, pari a 191,5 miliardi tra prestiti e risorse a fondo perduto. Uno degli allegati al Def sottolinea un impatto significativo sulla crescita: se tutti i progetti del Pnrr saranno realizzati il Pil dell’Italia «salirà di un punto percentuale nel 2023, di 1,8 nel 2024 e di 2,7 punti nel 2025». Mentre «nel 2026, anno finale del Piano, il Pil risulterebbe più alto del 3,4% rispetto allo scenario base (che non considera tali spese)». Ma «per rendere il nostro Paese più dinamico, innovativo e inclusivo non basta soltanto il Pnrr - sottolinea Giorgetti -. È necessario, infatti, investire anche per rafforzare la capacità produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso di quello del Piano tale da consentire la creazione di condizioni adeguate a evitare nuove fiammate inflazionistiche. È questo un tema che deve essere affrontato non solo in Italia, ma anche in Europa».

Il ministro è fiducioso: «Sebbene le previsioni di crescita siano prudenti, rimane confermata la volontà e l’ambizione di questo governo riguardo alla crescita dell’economia italiana. Nel breve termine si opererà per sostenere la ripartenza della crescita segnalata dagli ultimi dati, nonché per il contenimento dell’inflazione». In questo quadro, aggiunge, «è pertanto del tutto realistico puntare per i prossimi anni a un aumento del tasso di crescita del Pil e dell’occupazione che vada ben oltre le previsioni del presente documento».

Infine, Giorgetti evidenzia anche che il futuro si costruisce sostenendo le famiglie a fare figli: «Le riforme avviate, a cominciare da quella fiscale, intendono riaccendere la fiducia degli italiani nel futuro, tutelando le famiglie e la natalità e, riconoscendo lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dell’essere persona».
 

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