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Quali sono le farine di insetti in Italia: etichette obbligatorie e scaffali ad hoc

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Etichette chiare e scaffali separati per i cibi che contengono farine di insetti, nello specifico quelle ricavate da grilli, locuste, larve e tarme. È la risposta del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare alla Commissione europea che a inizio anno ha dato via libera alla commercializzazione all’Acheta domesticu, ovvero il grillo domestico in polvere, entrato ufficialmente sulle nostre tavole il 24 gennaio scorso.

Nei mesi precedenti Bruxelles aveva approvato anche la possibilità di vendere prodotti a base di tarme essiccate e di locuste migratorie. I quattro decreti firmati ieri dal ministro Francesco Lollobrigida, d’intesa con i colleghi Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) e Orazio Schillaci (Salute) hanno come obiettivo la tutela del consumatore, che dovrà sempre essere messo a conoscenza (e in guardia) su cosa sta comprando al supermercato. I quattro decreti, una volta firmati, sono stati subito notificati alla Commissione europea. Quest’ultima ha tre mesi di tempo per dare una risposta. Qualora non dovesse esprimere un parere varrà la regola del silenzio-assenso.

Subito dopo i decreti verranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale ed entreranno in vigore. Come detto, oltre a quella di grillo, le altre tre tipologie di farina che vengono regolamentate sono a base di Alphitobius diaperinus (larve), Tenebrio molitor (tarme) e Locusta migratoria. «Oggi emaniamo i decreti che riguardano i livelli autorizzativi che l’Europa ha dato sulle di farine derivanti da insetti- ha spiegato Lollobrigida - Non discuto il fatto che ci si possa nutrire di quello che è più idoneo alla propria alimentazione, ma vanno date indicazioni chiare, altra cosa sono i cibi sintetici che mettono in discussione il rapporto fra uomo e natura».

Le Regioni, nel dare il loro parere favorevole, hanno raccomandato di posizionare i prodotti in scaffalature dedicate, indicazione che è stata recepita dal governo. «Il nostro obiettivo è fornire informazioni chiare e rafforzare la capacità di discernimento delle persone rispetto al tema fondamentale dell’alimentazione - ha aggiunto il ministro Non considero gli insetti in concorrenza con i cibi della dieta mediterranea, ma ritengo fondamentale evitare che i prodotti del Made in Italy siano confusi con queste farine. Per questo occorre una etichettatura specifica». Nei prossimi mesi non mancheranno i controlli. «Vigileremo con i Nas sul pieno rispetto delle disposizioni annunciate oggi, sia per quanto riguarda il divieto dell’utilizzo di farine di insetti in alimenti tipici della dieta mediterranea come pizza e pasta, sia per quanto riguarda la conformità dell’etichettatura dei prodotti che li contengono e che dovrà esser visibile e chiara - ha spiegato Schillaci - Chi acquista questi prodotti a base di farine di insetti deve sapere che c’è un rischio di allergia, anche se adesso non sappiamo quantificare quanto nello specifico».

Urso, invece, ha sottolineato «l’unanimità con cui si è arrivati a questo risultato», a dimostrazione «che è la strada giusta per tutelare la nostra dieta mediterranea, eccellenza del Made in Italy nel mondo». I quattro decreti sono stati accolti con soddisfazione da Coldiretti, che ricorda come i consumatori europei, e soprattutto quelli italiani, mai porterebbero a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale: «Il 54% è infatti contrario, il 24% indifferente, il 16% favorevole e solo il 6% non risponde», secondo l’indagine Coldiretti/Ixe. Si tratta peraltro di alimenti che sono stati oggetto di valutazione dell’Efsa, l’autorità alimentare Europea, che però - precisa la Coldiretti nel suo parere scientifico ha rilevato come il consumo di questi insetti possa causare reazioni nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere. «Per questo è importante che l’eventuale presenza di insetti o derivati sia sempre indicata», sostiene Coldiretti. La Confederazione nazionale dei coltivatori diretti ricorda anche come «una corretta alimentazione non possa prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati, e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea».

Anche Assipan Confcommercio ha accolto favorevolmente i quattro decreti. Il presidente Antonio Tassone ricorda come vengano «rispettate le libertà economiche nella commercializzazione dei beni e prodotti, ma pur comprendendo i processi di globalizzazione e le collegate evoluzioni gastronomiche, sentiamo il dovere di tutelare il buon pane fresco artigianale italiano ricco di storia e di tradizione e ben vangano in tal senso impianti normativi che agevolino acquisti consapevoli in merito soprattutto alle materie prime da cui si parte per la realizzazione del prodotto finito». 

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