Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Cosa prevede la riforma fiscale e come cambiano le aliquote Irpef

Benedetto Antonelli
  • a
  • a
  • a

Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge delega sulla riforma fiscale, con l’obiettivo di «riscrivere completamente l’attuale sistema tributario varato negli anni 70» con l’obiettivo, entro 24 mesi, di «semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo mirato tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese».

Giorgia Meloni, ha parlato di «svolta necessaria al Paese» e «di riforma epocale, organica e strutturale attesa da 50 anni». Ora, delineato il perimetro degli interventi, ci sono due anni di tempo per riempire di contenuti la riforma con i decreti legislativi che in nessun caso potranno causare un aumento della pressione tributaria, il che vuol dire che per ogni intervento bisognerà trovare una copertura finanziaria. Come spiegato dal premier alla Camera, sono tre le linee su cui si muove: riduzione della pressione fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese; un nuovo rapporto tra lo Stato e il contribuente; una reale lotta all’evasione fiscale.

Critici invece i sindacati che, dal palco del congressso Cgil a Rimini, avevano ribadito la richiesta di «ritirare» la legge delega, paventando la possibilità di una mobilitazione unitaria. Scintille che oggi potranno prendere vita sullo stesso palco, dove è atteso il capo del governo.

Con la riforma dell’Irpef, spiegano dal ministero dell’Economia, si garantisce l’equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote e con l’obiettivo della flat tax per tutti, che rimane l’obiettivo di legislatura. Inoltre, viene garantita la razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema Irpef (redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi).

La delega prevede anche la revisione delle tax expenditures, che oggi contano più di 600 voci, e l’equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti e pensionati. I dipendenti potranno dedurre i propri contributi previdenziali e le spese sostenute, come già accade per le partite Iva. Per quanto riguarda le imprese è prevista una riduzione dell’attuale aliquota Ires per chi investe o assume.

La riforma potrà promuovere l’introduzione di forme di agevolazione fiscale che favoriscano gli investimenti e i trasferimenti di capitali in Italia per la promozione di attività economiche sul territorio italiano. Spariscono l’imposta di bollo, ipotecaria e catastale, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie, e al loro posto, un tributo unico, eventualmente in misura fissa. Inoltre, «con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale che diventa preventiva e non più repressiva», spiegano dal governo.

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera anche alla riforma dell’autonomia differenziata, «ora il disegno di legge si appresta ad imboccare la strada verso l’esame del Parlamento, che sarà quindi pienamente coinvolto in questo percorso», ha spiegato il ministro Roberto Calderoli. Tra le altre misure approvate ieri c’è anche il ddl che istituisce il museo della Shoah a Roma, per cui sono stati stanziati dieci milioni di euro.

Dai blog