correnti contro

Elly Schlein, chi lascia il Pd: è l'ora della resa dei conti

Edoardo Romagnoli

La barca del Pd ha cambiato comandante, ma Schlein prima di parlare dei contenuti dovrà risolvere la questione delle poltrone. Sì perchè un conto è presentarsi agli iscritti e agli elettori come la candidata libera dalle correnti, un conto è fare il segretario di un partito che dentro di sé ha diverse anime. Non è un caso se alcuni esponenti, vedi Fioroni, se ne sono già andati e altri, vedi il sindaco di Bergamo Gori, stanno alla finestra per vedere che piega prenderà il nuovo partito. Chi invece è rimasto ha già iniziato a mandare messaggi per sondare il terreno come ha fatto Lorenzo Guerini.

Il presidente del Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, è voluto intervenire sul sostegno all’Ucraina ricordando che la linea dell’atlantismo «non sarà da oltrepassare perchè è stata la linea che il Pd, tutto, ha sostenuto fin dall’inizio». Anche il segretario uscente Enrico Letta è voluto intervenire sul tema ribadendo come il sostegno militare al popolo ucraino «è stata la scelta dovuta, ma non scontata, e che dovremo saper rivendicare».

  

Avvertimenti che Schlein non potrà ignorare se non vorrà essere inglobata dalle questioni interne. Anche perchè Elly ha vinto con i voti degli esterni, di chi è fuori dal partito, come riporta un sondaggio di Noto per «Porta a porta» che mostra come il 22% dei suoi elettori ha votato per il Movimento 5 stelle. Inoltre, la neosegretaria, su 107, fra Camera e Senato, potrà contare solo su 41 dem. Per questo Marzo È la data in cui si svolgerà l’assemblea del partito democratico sarà importante accontentare non solo i suoi, ma anche gli sconfitti. E allora riparte il totonomi. Il primo è proprio Bonaccini che il giorno dopo la batosta si è messo a disposizione auspicando l’unità del partito. «Chi mi conosce- ha dichiarato il governatore modenese sa che io ho una parola prima e dopo: ho detto che se avessi prevalso io avrei chiesto a lei di dare una mano, avendo prevalso Elly mi metto a disposizione per dare una mano». Mentre ai suoi, tentati dalla fuga, ha detto:«Evitare fuoriuscite».

Un invito all’unità che suona tanto come un avvertimento. Proprio per evitare fratture Schlein gli avrebbe proposto un ruolo come presidente del partito, ipotesi che non è stata confermata, ma neanche smentita. Un altro dei nomi papabili, in caso di rifiuto da parte di Bonaccini, sarebbe il sindaco di Firenze Dario Nardella che, non a caso, ha fatto parte della mozione a favore del presidente della Regione Emilia Romagna. In questi giorni i nomi che circolano sono i soliti.

Alla Camera per il post Serracchiani, attuale capogruppo dem, le più papabili sono quelli di Chiara Braga e Chiara Gribaudo. Proprio la Gribaudo, ospite ieri a «Un giorno da pecora», ha confermato che ci potrebbe essere un cambio della guardia. «Il tema è oggettivo - ha dichiarato - anche Letta quando è arrivato li ha cambiati. Ci sta che si facciano delle scelte in base alla propria linea politica».

Un altro nome papabile è quello di Michela Di Biase. Anche se, proprio sulla Di Biase, si sono scatenate le prime reazioni. Il profilo della deputata romana non sarebbe considerato adatto per ricoprire quel ruolo. É indubbio però che la Di Biase abbia maturato dei crediti verso la neo segretaria che in qualche modo vorrà far fruttare. Sembra infatti che sia stata lei a convincere il marito, Dario Franceschini, ad appoggiare la mozione Schlein e soprattutto potrebbe essere lei a fare da mediatrice fra la neo eletta e il Pd romano. Se non dovesse andare in porto la missione capogruppo per lei si ipotizza anche un posto di rilievo nella Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Un altro nome che circola per il posto da capogruppo a Montecitorio sarebbe quello di Simona Bonafè, segretaria regionale del partito, anche lei, non a caso, in quota Bonaccini.

Per il Senato i papabili sarebbero Francesco Boccia e Antonio Misiani. Brando Benifei, capo della delegazione dem al Parlamento europeo, sarebbe un altro destinato a lasciare il posto, ma ancora non ci sono indiscrezioni su chi lo potrebbe sostituire. Poi c’è la partita della segreteria. Qui uno dei nomi certi è quello di Marco Furfaro, coordinatore e portavoce della mozione Schlein che potrebbe diventare anche vicesegretario. Alessandro Zan dovrebbe entrare a far parte della nuova segreteria con la delega ai diritti. Mentre Stefania Bonaldi, ex sindaca di Crema, potrebbe avere la delega di responsabile dei territori.

Si fanno anche i nomi degli ex articolo 1 Arturo Scotto, Roberta Agostini e Nico Stumpo, oltre alle ex sardine Jasmine Corallo e Mattia Santori. Un posto di rilievo potrebbe toccare anche a Marco Sarracino, vicino all’attuale vicesegretario del partito Giuseppe Provenzano.