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Caso Cospito, l'informativa del ministro Nordio: "Nessuna revoca del 41 bis"

Francesca Musacchio
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Nessuna revoca del 41 bis per Alfredo Cospito, è ancora pericoloso. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa alla Camera è netto: «La ragione che giustifica l'inoltro di una istanza di revoca poggia sulla sopravvenienza di novità rilevanti». Ma «gli elementi di novità addotti dalla difesa a sostegno della richiesta di revoca anticipata del regime carcerario differenziato non sono dotati della necessaria portata demolitoria dei presupposti per il mantenimento di tale regime».

Ma non solo. Secondo il Guardasigilli il parere della procura nazionale antimafia e antiterrorismo «ha ritenuto non fondate le ragioni giuridiche portate dal difensore di Cospito a sostegno della sua richiesta di revoca del 41 bis». E nel parere «i profili di pericolosità risultano confermati». Insomma per l’anarchico, arrivato a 117 giorni di sciopero della fame, il regime carcerario sarebbe adeguato. E le sue condizioni di salute non porterebbero ad una revoca perché, spiega ancora Nordio, Alfredo Cospito «non è affetto da una patologia cronica invalidante ma si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario, perseverando nel suo comportamento nonostante i reiterati inviti da parte dell'autorità sanitaria a desistere». Quindi nessuna deroga «ai princìpi generali che disciplinano l'istituto previsto dall'art. 41 bis, sterilizzandone, di fatto, le finalità. Vi sarebbe, altrimenti, una contraddizione logica tra la richiesta, pressoché unanime, di preservare le esigenze sottese al rigore dell'istituto del 41 bis, e l'idea - per ora limitata al caso Cospito - di condizionarne l’applicazione».

L’informativa di Nordio arriva dopo la requisitoria del procuratore generale di Cassazione che ha chiesto invece la sospensione del regime di carcere duro. Ma il Guardasigilli assicura che sulla sua decisione «non ha influito né poteva influire la requisitoria» del pg. L’anarchico, nei giorni scorsi trasferito dal centro clinico del carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano, stando alle risultanze mediche non ha alcun «decadimento cognitivo». Nordio ha comunicato che avrebbe assunto yogurt con miele e anche «potassio, zucchero e sale» e «ha fatto sapere che riprenderà l'assunzione degli integratori personali».

La relazione del Guardasigilli, però, ha acceso lo scontro in Aula alla Camera sul caso Donzelli. Per il ministro della Giustizia, quanto riferito dall’esponente di FdI è riferibile «a una scheda di sintesi del Nic, il nucleo investigativo centrale, sulle quali non risultano apposizioni formali di segretezza». E la «limitata diffusione», assicura Nordio, «esula dalle classificazioni disciplinate dalla legge ed è di per sé inidonea a catalogare il documento come classificato. È solamente una prassi del Dap». Anche sui colloqui tra Cospito e altri detenuti al 41 bis, non è stata divulgata alcuna intercettazione. Perché «non ci sono intercettazioni». «I colloqui - spiega il Ministro - non sono oggetto di intercettazioni ma di vigilanza amministrativa».

Ma questa ricostruzione non ha convinto le opposizioni. Per Debora Seracchiani, capogruppo Pd alla Camera, «la legge non si può piegare alle ragioni di parte né si può interpretare secondo la convenienza del momento». Ma la vera bagarre è scoppiata al termine dell’intervento di Luana Zanella (Alleanza Verdi-Sinistra) quando si sono avuti momenti di tensione con il capogruppo di Fdi Tommaso Foti, richiamato all’ordine dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, il quale ha sospeso la seduta per qualche minuto.

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