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I Comuni non aderiscono allo sconto del governo e boicottano lo stralcio delle multe

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Alessio Buzzelli
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Molti cittadini italiani che speravano in uno stralcio delle cartelle e delle multe comunali, probabilmente, resteranno delusi. Sono infatti pochi, molto pochi, i comuni che al momento avrebbero deciso di aderire alla proposta contenuta nell’ultima legge di Bilancio del governo, nella quale si dà la possibilità alle amministrazioni comunali di scegliere se stralciare o meno le sanzioni inferiori a mille euro emesse tra il 2000 e il 2015. E nonostante vi sia ancora a disposizione più di due mesi prima di comunicare ufficialmente la propria decisione (il termine è il 31 marzo), molti comuni pare siano già pronti a stoppare la proposta del Governo, sopratutto quelli più grandi.

Il motivo principale di tale diniego è, nella maggior parte dei casi, quello più semplice: i soldi. Lo stralcio delle cartelle come Imu, Tari e multe stradali – per quanto relativo all’annullamento dei "soli" interessi di mora e sanzioni per i tributi locali e agli interessi alle spese per le procedure nel caso delle multe stradali - metterebbe in ulteriore crisi i già poco floridi conti delle amministrazioni locali, alle prese con i rincari energetici e con un rosso di bilancio complessivo che ammonterebbe, secondo l’Anci, a oltre 600 milioni di euro. A tutto questo bisogna aggiungere che quasi la metà dei comuni italiani sono automaticamente esclusi dalla misura, in quanto, come spiegato dal responsabile dell’Ifel, Alessandro Canelli, «la manovra consente l’adozione dello stralcio sotto i mille euro solo ai comuni che affidano la riscossione all’Agenzia delle entrate, tagliando fuori chi riscuote i tributi da sé o si affida a società esterne».

Non stupisce, dunque, che, alla data odierna, i comuni ad aver preso in considerazione l’adesione alla misura si contino sulle dita di una mano. Tra loro spicca quello di Napoli (che nel 2021 ha registrato uno dei più bassi tassi di riscossione del Paese, il 38% per la Tari e nemmeno il 5% per le multe stradali), la cui amministrazione, secondo quanto riportato da "Il Mattino", starebbe quantomeno riflettendo sull’ipotesi rottamazione. «È in atto una riflessione – avrebbe dichiarato l’assessore alle finanze Pier Paolo Baretta - per verificare intanto quante vale questa partita per noi. Altre città hanno detto no, ma la loro è una posizione politica, noi vogliamo verificare bene l’impatto sul nostro bilancio». A quella di Napoli, ad oggi l’unica grande città a non aver opposto un deciso no allo stralcio, si sono aggiunte negli ultimi giorni le amministrazioni di Lecce e Arezzo, le quali avrebbero dichiarato l’intenzione di aderire alla manovra.

Tutti gli altri comuni di una certa grandezza, invece, in un modo o nell’altro, hanno fatto intendere la propria indisponibilità ad aderire al mini-condono. A cominciare proprio da Milano e da Roma, le due città più grandi del Paese, le quali non hanno nessuna intenzione di rinunciare al tesoretto garantitogli dalle riscossioni, specie delle multe stradali: il capoluogo lombardo è infatti primo in Italia per incassi da contravvenzioni stradali, più di 100 milioni nel solo 2021, mentre la Capitale è al secondo posto, con 95 milioni di euro riscossi. Insieme a Sala e Gualtieri, pure il sindaco di Torino - non a caso terza città nella classifica di introiti da multe con 41 milioni - nei giorni scorsi ha fatto trapelare forte scetticismo verso la nuova misura: «Senza una copertura finanziaria da parte di Roma è difficile che il nostro bilancio ci consenta questa operazione», avrebbe dichiarato Lo Russo, parlando alla nuora perché suocera intenda. Oltre al concreto problema delle coperture finanziarie (già sollevata più volte dall’Anci), però, i rappresentati di molti comuni, per motivare i propri dinieghi hanno sollevato anche una specie di "questione morale": da Bologna («abbiamo deciso non aderire per ragioni di equità, si creerebbe una disparità tra i cittadini») a Firenze («è una scelta di equità e di rispetto, stralciare significa mettere sullo stesso piano chi fa il proprio dovere con chi ha preferito fregarsene»), passando per Piacenza («per rispetto di chi paga regolarmente non stralciamo nulla») e Verona («così si rischia di agevolare chi non ha pagato»). Niente è ancora definitivamente deciso, ma la strada sembra già segnata: con buona probabilità saranno davvero pochi gli italiani che potranno vedere stralciate le proprie multe.
 

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