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Mattarella e il discorso di fine anno: la prima premier donna, le tasse e l'appello ai giovani

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Sergio Mattarella, per l'ottava volta - la prima del suo secondo "inatteso" mandato - si rivolge agli italiani per il messaggio di fine anno. Il Capo dello Stato entra nelle case dalla "Sala della Musica", situata nell'ala neoclassica della Palazzina del Quirinale. Alle sue spalle una finestra su Roma, l'albero di Natale e le bandiere dell'Italia, dell'Ue e della presidenza della Repubblica. Se "impegnativi e complessi" sono stati i sette anni passati, non da meno è stato quello che volge al termine. Le elezioni, svoltesi per la prima volta in autunno dopo la crisi del governo Draghi, hanno fornito un risultato elettorale "chiaro", che hanno portato alla nascita dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. "Per la prima volta, da una donna - sottolinea Mattarella - È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà”. Il presidente della Repubblica ricorda come nell’arco di pochi anni "si sono alternate al governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento, in diverse coalizioni parlamentari".

Tutti i partiti, quindi, in tempi diversi, si sono trovati "di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare. Riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori. La concretezza della realtà ha così convocato ciascuno alla responsabilità". Comune a tutti, quindi, l'impegno di misurarsi con l'urgenza di problemi che riguardano la vita dei cittadini. Problemi, la sottolineatura, "che attendono risposte”, al di là delle promesse fatte magari in campagna elettorale - vale per chi è ora alla guida del Paese - e delle battaglie, spesso dai toni polemici, di chi adesso siede tra i banchi dell'opposizione dopo essere stato al Governo. Nell'ottica del capo dello Stato, infatti, maggioranza e opposizione, in una democrazia che si è dimostrata "matura", pur nel rispetto della tradizionale dialettica e dei ruoli che hanno loro affidato i cittadini, devono concorrere a una "a una comune visione del nostro sistema democratico, al rispetto di regole che non possono essere disattese". La "bussola" di tutti resta la Costituzione. Il primo gennaio sarà il settantacinquesimo anniversario della sua entrata in vigore. "Il suo rispetto resta il nostro primario dovere; anche il mio”, sottolinea.

LA GUERRA
Mattarella non può che tornare sull'attualità del conflitto in Ucraina. "Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti. Se questo è stato l’anno della guerra, dobbiamo concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze", è l'auspicio rinnovato dall'inquilino del Colle che ricorda le "immani" risorse finanziarie "bruciate" in armamenti, "che, se destinate alla fame nel mondo, alla lotta alle malattie o alla povertà, sarebbero di sollievo per l’umanità". Il giudizio del presidente della Repubblica non cambia. “La responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili. Non ci rassegniamo a questo presente. Il futuro non può essere questo”, insiste.

COVID
Alle spalle abbiamo due anni di pandemia che "sono stati duri" e hanno "provocato o ha aggravato tensioni sociali, fratture, povertà". Dal Covid, "purtroppo non ancora sconfitto definitivamente – sottolinea Mattarella - abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare”. Il Capo dello Stato punta i riflettori sull'importanza della sanità pubblica: "Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive”, l'invito.

FISCO
"La Repubblica siamo tutti noi. Insieme". Dal Parlamento, al Governo, agli enti locali e le associazioni. Ecco perché ognuno deve fare la propria parte "con unità di intenti", anche pagando le tasse. "La Repubblica - è il passaggio - è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune”.

GREEN, DIGITALE E SCUOLA
Sono queste per Mattarella tre sfide fondamentali. Il tema della transizione ecologica, per l'inquilino del Colle, "va affrontato con concretezza". "Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici", sottolinea. Anche l’uso delle tecnologie digitali ha già modificato le nostre vite. "Possono consentire di superare arretratezze e divari, semplificare la vita dei cittadini e modernizzare la nostra società. Occorre compiere scelte adeguate, promuovendo una cultura digitale che garantisca le libertà dei cittadini”, è il pensiero del Capo dello Stato. La scuola, poi, resta "un grande investimento sul futuro". Ai ragazzi servono "competenze adeguate" ed è grazie al Pnrr che il nostro Paese potrà raggiungere il traguardo. "Non possiamo permetterci di perdere questa occasione".

LA SFIDA DELLA MODERNITÀ
"È la modernità, con il suo continuo cambiamento, a essere globale" ed è per questo che va affrontata nel quadro di una dimensione comune, a partire dalle alleanze internazionali. "Dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione - è il messaggio del Capo dello Stato - Per farlo dobbiamo cambiare lo sguardo con cui interpretiamo la realtà. Dobbiamo imparare a leggere il presente con gli occhi di domani - aggiunge - Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un'illusione. Il cambiamento va guidato, l'innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa. La sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio".

TROPPI MORTI SULLE STRADE, L'APPELLO AI RAGAZZI
Mattarella è rimasto molto colpito "dalla tragedia dei tanti morti sulle strade" e si rivolge direttamente ai più giovani: "Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro”.

GUARDIAMO A DOMANI CON OCCHI GIOVANI
L'invito finale di Mattarella, quello che precede gli auguri, è a guardare "al domani con uno sguardo nuovo, con gli occhi dei giovani". Nei loro volti va ritrovata la speranza, sfuggendo alla pretesa di decidere per loro perché il futuro è delle nuove generazione e non serve solo a garantire quelle vecchie. "La Repubblica vive della partecipazione di tutti. E’ questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia. E’ anzitutto questa la ragione per cui abbiamo fiducia", conclude.

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