Manovra e Pnrr, Gentiloni smonta la sinistra: "Il governo sta facendo bene"
Ma quale isolamento italiano, quale difficoltà di confronto con l'Unione Europea! C'è un racconto di parte dell'opposizione, con giornali solidali, che in questi mesi ha messo insieme capitoli su capitoli per dipingere un'Italia a guida centrodestra e Giorgia Meloni incapace di avviare un dialogo con le istituzioni europee sulle misure economiche e, soprattutto, sul Pnrr.
Su quest'ultimo lato, peraltro, a fronte delle sottolineature dell'Esecutivo circa la mutazione delle condizioni (dall'inflazione al caro-materiali) che renderebbero utile una modifica in alcuni aspetti, l'aeropago progressista ha spesso risposto rivendicando il dogma dell'immutabilità e, soprattutto, dell'imminente punizione europea. Ebbene, tutto smontato. E a farlo è stato il vice presidente della Commissione Europea Paolo Gentiloni. Uomo di sinistra, opportuno ricordarlo, esponente di prima fascia Pd. Ieri, parlando a Mezz'Ora in Più, condotto da Lucia Annunziata, ha di fatto tratteggiato il filo di un confronto ben costruito con il governo italiano. Sul Pnrr osserva: «Sono fiducioso quando il governo italiano dice "rispetteremo i tempi". Io ci credo».
E non c'è alcuna porta chiusa sugli aggiustamenti, anzi. «Riceveremo tra gennaio e marzo gli emendamenti ai piani da molti Paesi. Siamo aperti a due condizioni: il cambiamento deve essere giustificato, deve riguardare gli investimenti». Peraltro, che fattori improvvisi e inaspettati siano intervenuti sul percorso, lo riconosce anche Gentiloni: «In alcuni settori sono giustificati i ritardi, ad esempio in quello delle costruzioni. Circostanze oggettive possono aver ritardato altri programmi: con l'Italia discutiamo, ad esempio, degli alloggi per gli studenti dove ci sono ritardi. Possiamo essere flessibili, ma sulle riforme non possiamo: in questo caso si tratta di un impegno politico. C'è la volontà di dialogare ma le correzioni vanno fatte in corsa».
Dunque: «L'invito è spingere sull'acceleratore». Anche sulla legge di bilancio c'è piena contezza del quadro difficile in cui, fin da subito, il governo si era trovato ad operare. In questo caso, osserva Gentiloni, «il ritardo è giustificato perché il governo si è insediato a ottobre, ma sono certo che riuscirà a farlo approvare entro la fine dell'anno».
Occhi puntati, quindi, a mercoledì, quando «sarà adottata la decisione della Commissione sulla legge di bilancio. L'Italia ha scelto di andare in direzione della prudenza dei conti pubblici». Dunque, nessuno scenario apocalittico, nessuna trincea scavata. E peraltro un «apprezzamento» (citazione puntuale del commissario) preventivo sull'equilibrio dei conti. Alla faccia di quanti, dopo le critiche mosse a Bankitalia sulla questione dei contanti, avevano esasperato quei rilievi reinterpretandoli a bocciatura generale sulla manovra che, anche in quel caso, non c'era.
A proposito delle norme su cash e Pos, Gentiloni spiega: «Da anni c'è un invito della Commissione Europea a diffondere i pagamenti e la fatturazione elettronica. Non possiamo prendere delle decisioni e poi contraddirle dopo alcuni mesi. Il tema dei pagamenti elettronici è abbastanza chiaro, dobbiamo trovare insieme delle soluzioni. Il dialogo è in corso». Nessun aut aut, nessun ultimatum né moralismo brussellese applicato alla politica economica nazionale. Almeno per ora, anche su questo piano il mandato popolare che ha legittimato la maggioranza sembra aver dato al governo una robustezza ulteriore nell'interlocuzione in sede comunitaria.