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Meloni premier, Salvini fa il capo cantiere: ora le grandi opere

Dario Martini
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La Lega ha cinque ministri. Tutti lombardi. Oltre a Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti), nella squadra di governo ci sono anche Giuseppe Valditara (Istruzione), milanese come il leader, il bergamasco Roberto Calderoli (Affari regionali), la comasca Alessandra Locatelli (Disabilità) e Giancarlo Giorgetti (Economia) di Cazzago Brabbia, nel Varesotto. Salvini non ha intenzione di perdere tempo: «Dopo il giuramento tutti in ufficio, al lavoro per l’Italia e gli italiani».

A differenza di Silvio Berlusconi, i giorni che hanno preceduto la nascita del governo hanno visto Salvini vestire l’abito inconsueto del «mediatore» tra il leader di Forza Italia e Giorgia Meloni. Adesso, però, si apre una fase nuova. Per il segretario della Lega, «a leggere i giornali è un disastro: il centrodestra spaccato, litigi, divisioni e polemiche. Sicuramente qualche discussione c’è stata». «È un governo di ottimo livello, nato per durare cinque anni, al di là di quello che dicono le opposizioni - aggiunge ai microfoni di Rtl 102.5 - Già stare per l’intera legislatura sarà un passo in avanti rispetto al passato». E sul suo ruolo assicura massimo impegno: «Mi piacciono le sfide, ma non prometto miracoli in quindici giorni». Ecco quali saranno le priorità: «Il ponte sullo Stretto è nei miei obiettivi e nel programma del centrodestra. Se ne parla da cinquant’anni, se riusciremo a far partire il cantiere sarebbe una promozione eccezionale dell’ingegneria italiana come è successo per la ricostruzione del ponte Morandi. È solo un pezzo del puzzle, perché poi senza alta velocità in Calabria e in Sicilia il ponte non serve a niente. Ci sono migliaia di cantieri fermi in Italia, 102 opere pubbliche commissariate da anni, infrastrutture ferme da 20 anni, dalla Gronda di Genova al ponte di Messina passando per tutte le interruzioni stradali. Ci metterò tutta la mia energia per sbloccare i cantieri e creare lavoro e sicurezza».

Quello di ieri è un Salvini a tutto campo, che promette un’azione di governo volta a cambiare in profondità il Paese. «Sul lavoro bisognerà estendere la riduzione fiscale per i giovani che aprono una partita Iva, rivedendo anche, e questa sarà una necessità, il reddito di cittadinanza, perché così come è stato strutturato disincentiva al lavoro». E all’opposizione che da giorni accusa il centrodestra di voler comprimere i diritti degli italiani, il neo vicepremier risponde così: «Siamo qui per estendere diritti a chi oggi non ne ha, senza togliere niente a nessuno. Non saremo qui a smontare quello che altri hanno fatto. Certo, ritengo che ogni tipo di droga vada combattuta sempre, comunque e dovunque». Mentre, per quanto riguarda l’aborto, «la legge 194 va applicata, e semmai migliorata. Assolutamente l’ultima parola spetta solo e soltanto alla donna. Con le emergenze che abbiamo bloccare il Paese con discussioni è l’ultimo dei miei pensieri». Infine, Salvini ricorda che la Lega guida anche il ministero dell’Istruzione, e proprio «la scuola ha bisogno di investimenti strutturali e di un cambio culturale». Mentre «per l’Università, abbiamo preso l’impegno di eliminare il numero chiuso a Medicina e ad altre facoltà sanitarie».
 

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