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Pd, l'assurdo post dell'assessore della Toscana Nardini: da Segre a La Russa...

Christian Campigli
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Non è servita la netta, indiscutibile e perentoria sconfitta alle ultime elezioni. Quando la linea politica voluta dal segretario Enrico Letta (“votare noi per scongiurare il pericolo fascista”) è stata così apprezzata che il Partito Democratico ha raccolto ben un milione di consensi in meno rispetto al 2018. Una lezione che, evidentemente, non è stata ben compresa in terra di Toscana. Questa mattina, sulla propria pagina Facebook, l'assessore regionale all'istruzione e ai rapporti con università e centri di ricerca, Alessandra Nardini, ha espresso la propria opinione sull'inizio della nuova legislatura.

 

“Oggi, a presiedere il Senato potrebbero alternarsi loro. Ad aprire la seduta sarà sicuramente Liliana Segre, testimone diretta della Shoah, impegnata per tutta la sua vita a diffonderne la Memoria affinché quell'orrore non si ripeta. Qualora fosse eletto, a succederle sarebbe Ignazio La Russa, proposto da Meloni e la destra: nostalgico mai pentito del fascismo, proprietario di gadget e cimeli del Ventennio. Sarebbe un passaggio di consegne per la seconda carica dello Stato che mette semplicemente i brividi”. Parole che si commentano da sole, l'ennesima dimostrazione che il rispetto per il voto popolare, a sinistra, va dato a giorni alterni, a seconda del risultato. Come si trattasse delle luci di Natale e non del principale dettame previsto dalla nostra Costituzione.

 

A Firenze, nel frattempo, due ex amici se le stanno suonando di santa ragione. Matteo Renzi ha attaccato frontalmente Dario Nardella. “Sto ricevendo decine di mail da persone incredule perché, nella mia Firenze, si fanno multe se si supera di un chilometro il limite. Con limite 50, centinaia di multe per chi va a 51 km. Una visione della pubblica amministrazione assurda. Questo non è finalizzato a garantire la sicurezza stradale, ma a far cassa a spese delle famiglie. Un comune non può diventare un multificio, mai”. Un'uscita tutt'altro che casuale, che apre a scenari impensabili, almeno fino a tre mesi fa. Perché se Italia Viva dovesse presentarsi da sola alle elezioni per lo scranno più alto di Palazzo Vecchio, che si terranno nel 2024, la partita per eleggere il primo cittadino di Firenze sarebbe tutt'altro che scontata. Un altro fortino rosso, che rischia di cadere.

 

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