duello di profezie

Tagadà, Paolo Mieli smonta la profezia di Carlo Calenda: il governo Meloni durerà a lungo

Passate le elezione politiche e le relative previsioni, è tempo di profezie sulla tenuta del governo di centrodestra che dovrebbe nascere tra poche settimane. Nota quella di Carlo Calenda, secondo cui il centrodestra "non sarà capace di governare e durerà quattro, massimo sei mesi perché è una coalizione super litigiosa, con una classe dirigente inesperta e incompetente". Il leader di Azione è ospite di Tagadà, giovedì 29 settembre, dove scatta un confronto tra la sua, di profezia, e quella di Paolo Mieli, già direttore del Corriere della sera. 

 

  

Il giornalista ammette di aver sempre fatto pronostici opposti a quelli di Calenda e di aver spesso sbagliato, mentre il leader del Terzo polo "ci ha sempre azzeccato", come sul risultato alle Comunali di Roma. Anche in queste elezioni Calenda ci ha visto giusto, l'alleanza con Italia viva gli ha portato un numero di voti simile a Forza Italia e vicino alla Lega. Anche sul Pd ha azzeccato: "Quando disse: vedrai, questi perderanno e si butteranno subito tutti quanti tra le braccia Movimento 5 Stelle, io ho pensato al solito Calende che esagera. Ma figurati, avranno un minimo di dignità. Invece è successo" anche questo, spiega divertito Mieli.

 

Alla certezza del leader di Azione, che un governo di Giorgia Meloni durerà al massimo sei mesi, Mieli non crede: "Lo voglio mettere gli altri, poi vedremo. Nella profezia è implicito che poi si dovrebbe andare verso un governo di unità nazionale e qui c'è la grande differenza rispetto al passato, perché è il partito guida della coalizione - ossia Fratelli d'Italia - che è il più responsabile", mentre Lega e Forza Italia hanno dichiarato cose controverse ad esempio sulla politica internazionale.

 

Mieli fa l'esempio dell'intervista di Silvio Berlusconi a Porta a porta su Vladimir Putin che voleva mettere "brave persone" alla guida dell'Ucraina. "Era una dichiarazione registrata ascoltata dai dirigenti del partito, Bruno Vespa è trasalito quando l'ha sentita" ricorda il giornalista. In ogni caso, un governo Meloni che cade per litigiosità interna e dopo sei mesi viene sostituito da uno di unità nazionale è improbabile perché "il motivo per cui potrebbe saltare deriva dagli altri due partiti" e non da quello con più voti. "Secondo me su questo si è voltato pagina", conclude Mieli.