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Ungheria, Giulio Tremonti smaschera l'Ue: "Perché attaccano Orban"

Sull'Ungheria la Commissione europea fa sul serio. Sotto inchiesta sono finiti tre programmi della politica di coesione, in cui l'Ue ha riscontrato "irregolarità sistematiche e carenze e debolezze negli appalti pubblici, insufficienze nell'affrontare i conflitti di interesse e carenze nell'efficace svolgimento delle indagini e delle azioni penali nei casi che coinvolgono fondi dell'Unione". Verrà pertanto sospeso il 65% di tali programmi, pari a 7,5 miliardi, un terzo di tutti i fondi per la coesione destinati a Budapest. La decisione della Commissione dovrà essere ora approvata dal Consiglio Ue entro un mese - ma è probabile si utilizzi la proroga di altri due mesi - con una maggioranza qualificata del 55% degli Stati rappresentanti il 65% della popolazione. 

  

L'ex ministro Giulio Tremonti, candidato alla Camera a Milano per Fratelli d'Italia, in un'intervista rilasciata a La Stampa interviene sulla questione e va dritto al punto: "Il problema dell'Ungheria di Viktor Orban non è il suo Dna democratico ma i suoi rapporti con la Russia". 

E' la prima volta che viene applicato il meccanismo delle condizionalità dello stato di diritto, uno strumento voluto dalla precedente Commissione Junker per proteggere il bilancio dell'Unione, di fatto una delle armi di cui l'Ue si è voluta dotare per punire chi non rispetta la trasparenza delle procedure pubbliche, l'indipendenza della magistratura, la separazione dei poteri e l'uso corretto dei fondi pubblici. Il regolamento è in vigore dal gennaio 2021, ma la Commissione ha voluto applicarlo solo dallo scorso aprile, dopo il pronunciamento della Corte di giustizia europea sui ricorsi di Ungheria e Polonia.

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Tremonti a La Stampa spiega: "Concordo sull'importanza di scegliere gli alleati giusti. E in quel ragionamento Draghi non si riferiva al livello della democrazia ungherese, ma ai discutibili legami internazionali di Orban. Scommetto che, se non ci fossero sospetti di cointeressenze con Putin, Bruxelles non avrebbe preso queste ultime iniziative contro Budapest".