strategia di governo

La ricetta Salvini: “Flat tax estesa a 100mila euro, pace fiscale e niente imposte sulla casa”

Daniele Di Mario

Flat tax, rottamazione delle cartelle esattoriali e niente tasse sulla casa. La ricetta economica del centrodestra è pronta e Matteo Salvini snocciola il programma leghista e della coalizione nel corso dell’evento «Flat tax e pace fiscale» di Milano, alla vigilia del raduno di Pontida. Rivendicando che è «grazie alla Lega al governo» che si è «evitato l’aumento della tassa sulla casa, una mazzata di cui non avevamo bisogno», il segretario del Carroccio spiega che «il taglio delle tasse non è un diritto, ma un dovere» di chi governa. E per farlo c’è un solo modo: la tassa piatta. «Grazie alla Lega», ricorda Salvini, la flat tax «è realtà per due milioni di partite Iva che pagano solo il 15% di tasse». Parlando all’evento milanese, dal titolo «Credo nella flat tax», il leader leghista spiega: «Nel nostro progetto c’è quello di estendere questa tassa semplice, facile e piatta anche a lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie, ovviamente partendo da chi guadagna di meno e con un tetto massimo di 70mila euro lordi all’anno. Quindi non è per i milionari, ma è per le famiglie che portano a casa 40-50mila euro lordi e oggi pagano uno sproposito. La flat tax è una questione di civiltà, lo Stato incassa di più, pagano meno, ma pagano tutti», aggiunge il segretario di via Bellerio, che rimarca: «La flat tax è l’unico modo per combattere l’evasione fiscale. Abbassare le tasse è l’unico modo per combattere l’evasione fiscale. Non è obbligando a pagare anche il caffè con il bancomat». «Fin da subito, nel primo Consiglio dei ministri, si può alzare il tetto per i lavoratori autonomi da 65mila a 100mila euro all’anno, che permetterà alla gente di lavorare, di guadagnare e di pagare di più», promette Salvini.

 

  

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Nel programma ci sono anche la riforma delle pensioni con il definitivo superamento della legge Fornero con Quota 41 e l’abolizione dell’Imu nei Comuni sotto i tremila abitanti. Non manca una stoccata al premier Mario Draghi. «Non ho tempo di seguire le sue conferenze. Penso sia legittimo, non c’è ancora un articolo della Costituzione che lo imponga. I rapporti con lui, da parte mia, sono sempre stati corretti. Oltre che per parlare di pupazzi, spero che Draghi trovi il tempo per trovare altri soldi per aiutare gli italiani a pagare le bollette, perché non so se ha capito l’emergenza nazionale a cui stiamo andando incontro». Già le bollette energetiche. Salvini rimarca che «in Europa non possiamo dipendere dagli umori della Germania: il tetto al prezzo del gas che Draghi chiede da settimane non ci sarà perché qualcuno non lo vuole. C’è un’Ue troppo sbilanciata a Nord e si decide tutto tra Parigi e Berlino. Il Mediterraneo può tornare a essere un grande mare di ricchezza, pace e incontro fra i popoli. Non possiamo inseguire solo i micro Paesi del Nord che hanno esigenze diverse dalle nostre. Un asse fra Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta sarà fondamentale. Non possiamo dipendere dagli umori di Berlino». Il tema è come trovare le risorse per aiutare famiglie e imprese. Salvini da giorni chiede un nuovo scostamento di bilancio per mettere in campo 30 miliardi di euro. Sul nuovo debito, però, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sono contrari. «Ci vogliono litigiosi. Con Giorgia e Silvio non litigheremo e per cinque anni si rema nella stessa direzione», assicura però Salvini, che rimarca: «Il centrodestra è unito, compatto. Abbiamo un programma comune. Poi siamo quattro soggetti diversi con culture diverse che hanno scelto di lavorare insieme. Siamo destinati a vincere e a governare insieme per almeno cinque anni. Non vedo l’ora che arrivi il 25 settembre».

 

 

Quanto al programma, ogni partito ha le sue priorità. «Per noi - dice il segretario del Carroccio - l’autonomia viene prima di altro. Dobbiamo mettere i soldi ora per aiutare la gente a pagare le bollette, perché è debito buono. Il nucleare è la fonte di energia più green, meno costosa e più sicura del futuro». Comunque «il programma è comune al 99%, poi sarà la realtà che imporrà al nuovo governo, se Draghi non vorrà farlo, di intervenire sulle bollette». Anche Giorgia Meloni getta acqua sul fuoco e rimarca l’unità della coalizione sul programma. «Con Salvini e Berlusconi non ci saranno problemi. Io governerò con il centrodestra - afferma il presidente di Fratelli d’Italia che esclude nuove larghe intese - La Costituzione non stabilisce che il Pd debba per forza stare al governo».