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Ex grillini contro, Di Maio sbotta con Di Battista: "Nel partito di chi vomita odio"

Due ex grillini su barricate opposte. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista continuano a scambiarsi coli proibiti mentre manca meno di un mese alle elezioni del 25 settembre.  "Iscrivo Di Battista al partito di chi vomita odio nei miei confronti. Non ci sentiamo da un po' perché siamo andati agli antipodi. Eravamo già diversi ma lui usa turpiloqui nei miei confronti e io non mi sento di ricambiare con la stessa moneta", spiega il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico in una intervista sul web al direttore Massimo Giannini.

 

  

Il giornalista chiede se i due prima o poi si troveranno per una birra insieme: "Una birra l'ho presa con tutti, figuriamoci se non la prendo con Alessandro. Magari non parleremo di politica ma di famiglia e di figli", replica Di Maio. 

 

Il partito del ministro degli Esteri e Bruno Tagacci langue nei sondaggi: molti lo quotano sotto l'uno per cento. E a Di Maio non resta che alzare il livello dello scontro. Va all'attacco del centrodestra: "Se vince sarà l'anno della bolla nera, Salvini e Berlusconi lavoreranno a logorare la Meloni, già la cannoneggiano tutti i giorni, ma ci andrà di mezzo il Paese. Già in queste ore vediamo il centrodestra che potremmo avere al governo: caotici, senza una linea unica e con proposte volte solo a creare più debito per gli italiani. Durerebbero un anno, poi si tirerebbero giù da soli, è un film che con Salvini ho già visto". 

 

L'unica speranza è il Pd, (una volta definito il  "partito di Bibbiano"...). Enrico Letta? "Mi fido di lui, è una persona che ha mantenuto gli impegni da quando abbiamo costruito questa coalizione. Con il Pd in questi ultimi tre anni abbiamo lavorato a crisi inedite e abbiamo anche imparato a fidarci l'uno dell'altro e a lavorare insieme. Noi come Impegno Civico siamo la parte moderata di una coalizione progressista che può fare un ottimo risultato". 

E Di Battista? "È letteralmente infuriato con l’ex amico e quando può gliene dice di tutti colori", scrive Affaritaliani in un retroscena che ricordao cme DIbba abbia "tenuto fede ai suoi valori ideali derivati da Gianroberto Casaleggio non ricandidandosi per un secondo mandato ed uscendo fuori dal Movimento quando questo ha supportato il governo Draghi", al contrario di Di Maio.