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Elezioni, gli alleati del Pd con la paura del 3%: rischiano la beffa Di Maio, Bonino e Fratoianni

Dario Martini

Luigi Di Maio, ministro degli Esteri uscente e leader di Impegno civico, pare si sia dato molto da fare per non vedersi assegnato il collegio uninominale Campania 1-03, quello di Pomigliano. In pratica, casa sua. Lo considerava poco sicuro. Così ha convinto gli alleati del Pd a riservare quel posto a Paolo Siani, deputato Dem fratello del giornalista ucciso dalla camorra. Di Maio correrà nel collegio Campania 1-02 di Fuorigrotta, che comprende anche i quartieri napoletani di Bagnoli, Posillipo, Chiaia e parte del centro storico. Dal momento che nell'uninominale per vincere basta un solo voto in più, in questa circoscrizione conta di avere più possibilità di farcela. Anche se dovrà fronteggiare Mara Carfagna (Terzo polo), Maria Rosaria Rossi (centrodestra) e Sergio Costa (M5S). Di Maio, comunque, si presenta candidato anche in alcuni collegi plurinominali di Basilicata, Sardegna, Calabria e Campania. A dettare questa strategia è la legge elettorale vigente, il Rosatellum, per cui riuscire a vincere in un collegio uninominale può rivelarsi l'unica chance di salvarsi se il proprio partito non supera la soglia di sbarramento del 3% a livello nazionale. Il rischio, appunto, che corre Impegno civico.

 

  

 

Nella stessa situazione si trovano le altre due forze politiche che si presentano alleate con il Pd: +Europa e Verdi-Sinistra italiana. Se le loro liste non oltrepasseranno il 3%, i voti presi finirebbero alle altre forze della coalizione. In questo caso, il Pd. Decisive saranno, come nel caso di Di Maio, le sfide che si decidono con il sistema maggioritario. Lo sa bene Emma Bonino. La leader di +Europa, infatti, se la vedrà all'ultimo voto nel collegio uninominale di Roma centro. In realtà è una circoscrizione molto ampia: oltre al municipio I, comprende anche il II, l'XI, il XII, il XIII il XIV e il XV, oltre alle zone di Garbatella e Ostiense. Bonino correrà contro il leader di Azione Carlo Calenda (da candidato sindaco in primo municipio la sua lista è arrivata al 28%) e la candidata di FdI Livia Mennuni. La leader di +Europa confida di riuscire nell'impresa dato che questo collegio è considerato un "fortino" Dem. Si presenta comunque anche nei collegi plurinominali - dove i voti si conteggiano col proporzionale - di Piemonte, Lombardia, Veneto, Campania e Lazio. Situazione simile anche per i compagni di partito di Bonino: Benedetto Della Vedova, che corre nell'uninominale di Milano 09 (Buenos Aires) sfidando Giulio Tremonti per FdI, ma anche nel proporzionale in Toscana, e Riccardo Magi, fiducioso di imporsi nel collegio uninominale di Torino 01 grazie al sostegno della coalizione targata Pd.

 

 

Non ha scelto l'uninominale, invece, il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Sarà capolista nei collegi proporzionali della Toscana. Se la sua lista non prenderà più del 3% resterà a casa. Angelo Bonelli dei Verdi, suo alleato, capolista in due collegi in Puglia, si gioca la carta dell'uninominale a Bologna-Imola. A rischio anche Pippo Civati sempre a Bologna. Tornando a Impegno Civico, temono di restare fuori per colpa del 3% pure Bruno Tabacci, capolista nel collegio 1-01 di Milano alla Camera e nell'uninominale a Milano-Loreto, Manlio Di Stefano a Monza e Laura Castelli a Brescia ma solo nel proporzionale. L'ex ministra Lucia Azzolina si presenta in Sicilia in tre collegi plurinominali e in un uninominale.