bacchettata al governo

Crisi di governo, Nicola Porro bacchetta Mario Draghi: “Debito pubblico esploso. Non ha fatto nulla…”

Nicola Porro fa le pulci a Mario Draghi e mette a nudo i veri risultati del governo dopo la crisi e le dimissioni del premier. “La comunità economica non è poi così granitica nel ritenere la perdita del governo Draghi come una sciagura. È vero però è lo scudo più forte, che un paese debole finanziariamente come il nostro, potesse avere in giro per le cancellerie del mondo e per i mercati che contano. In pochi però si sono fatti due calcoli su cosa è successo in questa legislatura” le parole del conduttore televisivo nel suo articolo su Il Giornale. 

 

  

 

In particolare Porro ricorda le cifre e i numeri del debito pubblico: “Il debito pubblico targato Draghi è balzato di 150 miliardi di euro. In realtà alla fine della corsa, a settembre, il conto dovrebbe sfiorare 180 miliardi di euro. La morale è che il superDraghi ha speso come e più degli altri. Certo anche per l'effetto trascinamento delle leggi di spesa votate dai precedenti governi, ma che non ha avuto coraggio o forza di cancellare, come è ovvio. Essendo il suo un governo di unità nazionale. Inoltre il governo Draghi ha incrementato di 150 miliardi di debito pubblico senza scuse fiscali. Nei primi tre mesi di quest'anno, il Tesoro ha incassato la bellezza di 13 miliardi di imposte (tra dirette e indirette) in più rispetto all'anno scorso. Insomma più debito e più tasse. Alla faccia dei liberali”. 

 

 

Continua il bilancio dell’esperienza dell’ex banchiere centrale a Palazzo Chigi: “Quale è la prima qualità indiscussa e il vero valore? L'immagine, la credibilità, la serietà ed il rigore. Veramente tanto. Cosa ha fatto il suo governo in questi 18 mesi? Di sostanziale al di là del recupero di immagine? Pochissimo. La pandemia si è avviata a soluzione come in tutto il mondo grazie ai vaccini. Il Pnrr (ottenuto in precedenza) non è stato di fatto avviato in nessun campo ed entro il 2026 è probabile che non si concluda nessun progetto. Delle riforme si parla, ma vorrei sapere se c'è un cittadino che può dire che è cambiato qualcosa. Tutto questo non può bastare. Quindi - chiosa Porro - il sacrificare qualche mese di governo Draghi con un anticipo delle elezioni e l'insediamento di un governo auspicabilmente di legislatura mi sembra che sia una scelta non folle”.