l'intervista

Elezioni, Giorgia Meloni pronta a governare: il futuro premier, la Nato e l’errore con Vox

Giorgia Meloni è pronta a governare. La leader di fratelli d'Italia, in un'intervista al quotidiano "La Stampa", spiega il suo "piano per l'Italia". Per quanto riguarda le elezioni "non ci sono rischi" assicura Meloni e sulla decisione del nuovo premier afferma: "Chi prende più voti va a Palazzo Chigi, è una regola che ha sempre funzionato, il centrodestra deve rimanere compatto per battere il Pd". 

 

  

 

La leader di Fratelli d'Italia chiarisce di non essere preoccupata per quanto riguarda i dubbi e i timori sollevati in Usa sul suo possibile arrivo a palazzo Chigi da premier. Sul pezzo del New York Times che la dipinge come un pericolo per l'Italia afferma: "Non ha nessun senso, si tratta dei think tank della sinistra italiana che stanno attuando una strategia irresponsabile allo scopo di terrorizzare i mercati. Vogliono che il centrodestra perda le elezioni e la sinistra possa governare sulle macerie". E a chi la accusa di fascismo replica decisa: "Facciano pure. Io sono stata sempre chiara. Gli italiani che pensano che potrei portare un regime al governo possono votare il Pd. Quelli che pensano che Fratelli d'Italia possa difendere la nazione e i suoi cittadini votino Fratelli d'Italia".

 

 

Per quanto riguarda la posizione di Fratelli d'Italia sulla guerra in Ucraina Meloni è chiara: "La nostra posizione rimarrà tale, per me è una condizione e non credo che gli altri (Forza Italia e Lega, ndr) vogliano metterla in discussione. Noi non decidiamo il futuro dell'Ucraina - continua Meloni- Se noi non manderemo le armi, l'Occidente continuerà a farlo e ci considererà un Paese poco serio. Bisogna essere lucidi: non possiamo pensare di essere neutrali senza conseguenze. In politica estera sono atlantista". E, dopo aver messo a tacere le voci di chi la vuole lontana dalla Nato, sulla polemica sollevata dopo il suo intervento al comizio di Vox Meloni ammette: "Ho usato dei toni sbagliati, quando si dicono cose decise vanno dette diversamente. Sui contenuti però nessun passo indietro: sono cose che ho già detto molte volte".