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Scuola, insegnanti furiosi con il ministro Bianchi: il bonus di 200 euro ancora non c'è

Christian Campigli
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Una brutta sorpresa. Che ha scatenato le ire di un'intera categoria. Ieri mattina gli insegnanti hanno avuto un risveglio davvero amaro. Nelle buste paga di luglio non era infatti presente l'ormai famigerato bonus dei duecento euro. Il sostegno, per intendersi, erogato in un'unica misura prevista dal Dl Aiuti, per contrastare l'impennata dei prezzi degli ultimi mesi. Una sorta di brodino riscaldato, che, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto arginare il caro bollette, la benzina a due euro a litro e la galoppata senza fine dell'inflazione. In pochi minuti le varie chat di professori e maestri si sono riempite di interrogativi e accuse.

Tra chi era convinto si trattasse solo un errore burocratico e chi, al contrario, ricordava come la scuola fosse, da tempo immemore, un settore sottovalutato dalla classe politica nazionale. Va subito ricordato che il sussidio statale verrà erogato ad alcune categorie in questo mese, ad altre ad ottobre. Con una nota Inps ha spiegato che i primi a riceverlo saranno i lavoratori dipendenti, i nuclei beneficiari di Rdc, i domestici, i titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti.

Al contrario, slitterà ad ottobre il sussidio per i titolari di Naspi, Dis-coll, per i beneficiari di disoccupazione agricola 2021, delle ex Indennità Covid 2021 e per i lavoratori appartenenti alle categorie chiamate a presentare domanda. Il datore riconoscerà in modo automatico il sostegno, previa acquisizione di una dichiarazione da parte dell'assunto di non essere titolare di trattamenti pensionistici, a carico di qualsiasi forma previdenziale, di trattamenti di accompagnamento alla pensione e di Reddito di Cittadinanza.

Un passaggio in più, dal quale però vengono esclusi i dipendenti pubblici. L'auto dichiarazione infatti non è necessaria per gli statali, i lavoratori di comuni, città metropolitane e, appunto delle scuole, i cui servizi di pagamento delle retribuzioni del personale siano gestiti dal sistema informatico del Mef. Allora perché il bonus non è stato accreditato? Quei soldi andranno persi? O verranno dati solo ad ottobre? Il giallo si è risolto nel tardo pomeriggio. Sul portale specializzato «Orizzonte scuola», è stata pubblicata la risposta che gli insegnanti hanno ricevuto da Noi PA, dopo la segnalazione del mancato accreditamento del bonus nell'importo dello stipendio relativo alla mensilità di luglio.

«L'indennità una tantum di duecento euro sarà erogata in favore dei lavoratori dipendenti aventi diritto, le cui retribuzioni sono gestite dal Sistema NoiPA in cedolini separati del mese di luglio 2022 in base al combinato disposto ex art. 31 decreto- legge n. 50 del 17 maggio 2022 ed art. 36, comma 1, del decreto -legge n. 73 del 21 giugno 2022. Per ulteriori approfondimenti si invita alla consultazione della normativa di riferimento».

Al di là del disguido burocratico, la polemica di queste ore dimostra, inequivocabilmente, almeno due punti sui quali servirebbe una seria riflessione. La prima riguarda il sistema dei bonus e la loro erogazione che, a distanza di due anni, è rimasta lenta e farraginosa. Va poi evidenziato che le mosse per contrastare un aumento così evidente dei prezzi non possono ridursi ad una minestrina riscaldata da duecento euro. Una tantum. 

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