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Ballottaggi Amministrative, l'accordo nel centrodestra c'è solo a parole. Scintille Salvini-Meloni

Daniele Di Mario
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Il centrodestra andrà unito ai ballottaggi a Verona e Catanzaro. Ma senza apparentamenti formali. A chiudere la vicenda, dopo ore di pressing di Lega e, soprattutto, Forza Italia su Federico Sboarina, è Giorgia Meloni. Il presidente di Fratelli d'Italia plaude all'«accordo politico per battere la sinistra», ma chiarisce che le «scelte tecniche» restano «autonome» in capo ai candidati sindaco. L'intesa, insomma, non contempla necessariamente apparentamenti formali né a Verona-dove il candidato di FdI sostenuto anche dalla Lega Sboarina sfiderà Damiano Tommasi del centrosinistra - né a Catanzaro- dove FdI, che al primo turno ha candidato Wanda Ferro, sosterrà il candidato di FI e Lega Donato. «Fratelli d'Italia lavora da sempre per l'unità del centrodestra - dice Meloni in una nota - Per questo siamo molto soddisfatti che, in vista dei ballottaggi, indipendentemente dalle scelte tecniche e autonome dei candidati sindaci, sia stato raggiunto ovunque l'accordo politico di tutto il centrodestra per battere la sinistra Pd-M5S. Anche nelle situazioni più complesse come Verona e Catanzaro, dove era stato chiesto un apparentamento formale che è stato rifiutato dai candidati sindaco al ballottaggio, come peraltro avviene ovunque quasi sempre, è stato comunque garantito, tanto da Wanda Ferro e FdI a Catanzaro, quanto da Flavio Tosi e Forza Italia a Verona, il sostegno al candidato sindaco di centrodestra contro il fronte della sinistra».

 

 

«Federico Sboarina a Verona e Valerio Donato a Catanzaro - prosegue il leader FdI potranno dunque contare sul sostegno dell'intero centrodestra, al di là delle formule tecniche di una condivisione che rimane sostanziale. In particolare a Verona, seppur in assenza di un apparentamento tecnico, Fratelli d'Italia si fa garante da subito della piena condivisione del progetto con Flavio Tosi, per dare al capoluogo scaligero un programma e una squadra di centrodestra vincenti». La nota di Giorgia Meloni arriva a metà pomeriggio, dopo una giornata densa di prese di posizioni. Sul fronte scaligero, Flavio Tosi, ad esempio, dice in mattinata: «Immagino che voterò Sboarina, ma prima mi confronterò con Forza Italia per decidere quale linea tenere e cosa dire al nostro elettorato. Tommasi? È stato un ottimo calciatore, ma non ha mai amministrato». Poco dopo però il candidato sindaco arrivato terzo al primo turno ed entrato in solo l'apparentamento ufficiale, l'unico previsto dalla normativa sui ballottaggi, alla luce del sole. Apparentamento che farebbe eleggere in Consiglio Comunale i nostri uomini e le nostre donne di centrodestra più votati e più votate (quindi scelti e scelte dal popolo). Accordicchi di palazzo e cadreghe non ci interessano. Come non ci interessa essere trattati come alleati di serie B, come vorrebbe Sboarina, che cerca i voti dei nostri elettori ma non vuole che quegli stessi elettori siano rappresentati da chi hanno votato al primo turno. Una logica antidemocratica! E irrispettosa. L'elettorato deve tornare alle urne e trovare i suoi simboli, ma Sboarina dice che siamo alleati di serie B, senza simbolo sulla scheda». Sboarina dal canto suo cerca di smorzare i toni, senza però aprire all'apparentamento. «Ringrazio tutti coloro che stanno lavorando per mantenere il centrodestra alla guida della città e scongiurare che a governarla sia la sinistra - dice - Basta alla politica deitatticismi e dei tecnicismi che rischia di fare il gioco di una sinistra che a Verona è minoritaria e che come tale non può e non deve governare la città. Sostenere me e il centrodestra in nome delle convinzioni e non delle convenienze né delle spartizioni. Un appello a tutti: proseguiamo nel lavoro tra la gente, casa per casa, per non consegnare Verona alla sinistra».

 

 

In mattinata sul caso Verona si esprime anche Matteo Salvini. «Io avrei fatto l'apparentamento con Tosi e Forza Italia. Se qualcuno per logiche di rivalità odi antipatia personale ha fatto scelte diverse, secondo me ha sbagliato. Il candidato sindaco è di FdI. Io farei l'accordo, spero che gli amici di Fratelli d'Italia ci ripensino. Il centrodestra a Verona ha più del 60%, ma se si pensa di fare a meno di qualcuno si rischia di perdere. E perdere Verona, per FdI ma per il centrodestra in generale, non sarebbe bello. Partendo da nessuna simpatia personale per Tosi, ma gli elettori hanno sempre ragione e se qualcuno prende il 20% dei voti vuol dire che ha delle buone idee», dice il segretario della Lega, che aggiunge: «È un errore madornale dividere il centrodestra ai ballottaggi, è sbagliato. Il voto di domenica ci dice che il centrodestra unito vince, mentre il centrodestra diviso a Parma, Viterbo o Verona perde». «Io più che dirgli di mettersi insieme non posso fare - allarga le braccia Salvini - Ho sentiti tutti e due gli ho detto di mettersi d'accordo». In casa Forza Italia non si nega il disappunto perla decisione di Sboarina di rifiutare l'apparentamento.

«Non ce lo aspettavamo. La nostra reazione è stata di assoluto sconcerto», dice la senatrice Licia Ronzulli, delegata di Berlusconi per i rapporti con gli alleati. «Questa decisione - prosegue - completamente immotivata è un regalo alla sinistra. Questa scelta conferma, purtroppo, che avevamo avuto ragione quando avevamo rappresentato i nostri dubbi per un aspirante sindaco che aveva già avuto difficoltà con l'area moderata. Questa presunta autosufficienza è una scelta perdente e prepotente». «Forse sarà utile ricordare ai fautori, soltanto a parole, dell'unità del centrodestra, ai mediatori, che non mediano nulla, che la differenza nel secondo turno tra l'apparentamento e il non apparentamento è sostanziale. Perché sulla scheda, accanto al nome del candidato sindaco appaiono i simboli di tutte le liste che lo sostengono. Pertanto gli elettori, già distratti e poco propensi alla partecipazione, soprattutto al ballottaggio, verrebbero incoraggiati dal trovare sulla scheda il simbolo che hanno votato al primo turno», dice Maurizio Gasparri, responsabile Enti Locali di Forza Italia, che aggiunge: «Ci vorrebbe un ulteriore vaccino in Italia, una buona dose di "Berlusconina", il salvifico vaccino che spinge all'unità del centrodestra. Berlusconi l'ha predicata, praticata e attuata in molte occasioni questa scelta. Anche a volte accettando accordi che poteva rifiutare». E la spaccatura su Verona rischia di complicare ancora le cose in Sicilia, dove FI è contraria alla ricandidatura del governatore uscente Nello Musumeci, sostenuta invece da FdI.

 

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