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I soldi del Pnrr non bastano più. L'appello di Maria Stella Gelmini: la guerra mette in crisi aziende e famiglie

Gianni Di Capua
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La guerra in Ucraina aumenta le difficoltà di imprese e famiglie e costringe il governo ad accelerare sul Pnrr e a intervenire tempestivamente. «L’aumento del costo dell’energia e l’aumento dei prezzi delle materie prime stanno diventando insostenibili per le imprese a per le amministrazioni - dice il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini - Dobbiamo, lo abbiamo ribadito in diverse occasioni, rispettare il timing del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma non possiamo ignorare le oggettive difficoltà che imprenditori, Regioni, Province e Comuni stanno incontrando, proprio a causa degli effetti negativi della guerra in Ucraina. Il governo è pronto ad intervenire per adeguare i contratti in essere e soprattutto quelli ancora da stipulare al nuovo scenario economico e internazionale. Il Pnrr - prosegue la Gelmini - rappresenta una grande occasione per il Paese e per gli enti locali, ma per spendere presto e bene le risorse europee che arriveranno in questi anni è indispensabile mettere le imprese nelle condizioni di lavorare, rapportandosi correttamente a un mercato energetico e delle materie prime in continua evoluzione. Dobbiamo intervenire tempestivamente, non possiamo correre il rischio che il processo di crescita in atto nel nostro Paese possa subire bruschi stop», conclude il ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

 

 

«Il governo è pronto a mettere risorse aggiuntive perché l’impegno alla realizzazione delle opere del Pnrr è assolutamente prioritario», conferma il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, a margine del congresso nazionale della Fit Cisl in corso a Sorrento. Riferendosi al rincaro dei prezzi per energia e materie prime, Giovannini distingue tra i contratti in essere e le nuove gare. «Per le nuove si partirà dai prezzi di mercato e costeranno di più - dice - Sappiamo che c’è forte volatilità dei mercati e speriamo che la guerra finisca quanto prima per tornare a livelli ragionevoli delle materie prime». Per il ministro dopo l’approvazione del Documento di Economia e Finanza «il governo farà nuovi interventi perché la realizzazione delle opere è assolutamente prioritaria». «I 16,4 miliardi di euro assegnati dal Pnrr alla costruzione di opere infrastrutturali strategiche sono oggi a rischio», è invece l’allarme lanciato dagli esperti di settore in un’analisi sul Piano di ripresa e resilienza alla luce del nuovo contesto creato dal conflitto in Ucraina con le impennate dei prezzi delle materie prime e del carburante.

 

 

Eppure, sottolineano gli esperti, «basterebbero oggi appena 500 milioni di euro ulteriori rispetto a quanto già stanziato dal Governo per coprire gli extra costi ed evitare il rischio di un rallentamento nella costruzione delle opere infrastrutturali previste dal Pnrr». «La questione centrale - ribadiscono - riguarda appunto l’aumento dei costi, tema centrale sul quale i meccanismi di compensazione ad oggi previsti in Italia non sono ancora sufficienti. Serve un meccanismo di revisione ulteriore che tenga conto di tutti gli aspetti (molti dei quali ulteriormente esplosi con l’invasione russa dell’Ucraina) che le imprese sono chiamate a fronteggiare». A partire dall’impennata delle materie prime, ed in particolare dell’acciaio, ma anche del carburante.

 

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