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L'Aria Che Tira, Piero Fassino zittisce Conte sulla spesa militare in Italia: "Chiacchiericcio inutile"

Giada Oricchio
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L’Aria che Tira, il talk sull’attualità di LA7, Piero Fassino risponde a distanza a Giuseppe Conte: “L’aumento delle spese militari? Chiacchiericcio inutile”. Durante la puntata di venerdì 25 marzo, David Parenzo, conduttore supplente di Myrta Merlino, è partito da un antefatto: il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha assunto una posizione ondivaga sulle spese militari, prima ha votato il provvedimento sull’aumento, poi ha sbroccato a “Porta a Porta” sostenendo che prima bisogna pensare al caro energia e carburante e (“altrimenti diciamo alle famiglie italiane in ginocchio e alle imprese che non li possiamo aiutare perché dobbiamo aumentare del 2% le risorse per gli armamenti. Io penso agli italiani!”). E tra i penta stellati non mancano le contraddizioni su invio di armi all’Ucraina.

Così David Parenzo ha chiesto all’esponente del Pd se il governo può cadere sulla politica estera dopo le fibrillazioni causate da Giuseppe Conte: “Queste minacce sono un problema?” e Fassino ha messo ordine: “La questione è stata impostata male, il problema non è aumentare il bilancio della difesa dell’Italia. Se si vuole costruire un sistema di difesa comune europeo è chiaro che occorre mettere in campo un adeguamento operativo e finanziario per costruire questo nuovo sistema.

Dentro questo schema c’è il problema per l’Italia, come per tutti gli altri Paesi, di un incremento delle risorse dedicate alla difesa. Di per sé l’aumento delle spese militari al 2% non vuol dire nulla. La questione è: alla luce della vicenda russo ucraina si è posto il problema di come l’Europa si possa dotare un sistema di sicurezza e difesa europei e questo comporta uno sforzo da parte di ogni Paese. Lì dentro c’è la spesa”.

Parenzo lo ha incalzato su Conte, ma l’ex sindaco di Torino è stato diplomatico: “Non voglio giudicare cosa dice Conte, ma non è questa la questione, mi sembra un chiacchiericcio inutile. La domanda è: vogliamo costruire un sistema di difesa comune? Se sì, dobbiamo andare avanti, altrimenti si dice no e non partecipiamo. E preciso che tutto questo non ha niente a che vedere con gli aiuti militari che stiamo dando all’Ucraina”.

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