
Il gioco delle coppie (politiche). Dopo il Quirinale partiti stravolti e leader divisi

Coppie che nascono, altre che scoppiano. C'è chi è sposatissimo, chi in pausa di riflessione e chi ipotizza matrimoni futuri. Politicamente, s' intende. Perché oggi è la Festa degli innamorati e in fin dei conti è San Valentino anche per il «Palazzo», soprattutto dopo la partita del Quirinale che ha visto frantumarsi sodalizi ritenuti solidissimi, ne ha messi in crisi altri precari e ne ha fatti nascere alcuni ormai indissolubili. A volte si tratta di vere affinità elettive. Altre - molto spesso - di semplice convenienza. Già, il Quirinale.
La rielezione di Sergio Mattarella con Mario Draghi che dà il via libera ai partiti dopo essere stato a colloquio col Capo dello Stato, ha reso il binomio Presidente della Repubblica-premier indissolubile. Per il bene del Paese, per realizzare il Pnrr, per portare l'Italia fuori dall'emergenza pandemica ed economica e per darle stabilità. Le due cariche istituzionali debbono collaborare, ci mancherebbe, lo prescrive la Costituzione e lo vuole il buon senso. Ma con il settennato bis appena ricominciato anche grazie a Draghi, Mattarella e il presidente della Repubblica sono... sposatissimi e a prova di crisi (politica).
Pausa di riflessione invece tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I due si contendevano la leadership del centrodestra ma ora, dopo la rielezione di Mattarella, la coalizione non c'è più. Giorgia è adiratissima con Matteo che non ha portato fino in fondo una candidatura di centrodestra per il Colle e, soprattutto, ha fatto l'unica cosa che entrambi avevano sempre escluso: la rielezione di Mattarella. Così Matteo ha preso le valigie, è uscito dalla casa del centrodestra ed è andato a dormire nel residence del governo con Letta e Di Maio con l'obiettivo di traslocare in una bella e grande federazione. Una sistemazione che alla leader di FdI però proprio non piace. Giù accuse reciproche. Ma lui non porta rancore e punta a riconquistarla. «La chiamerò sicuramente».
Magari un mazzo di rose non guasta mai. Ma lungo la strada (in salita) che da Montecitorio porta al Colle, c'è pure chi s' è sposato. È il caso di Carlo Calenda ed Emma Bonino (testimone Benedetto Della Vedova) che con l'obiettivo di diventare «la quinta forza politica» del Paese hanno dato vita alla federazione tra Azione e +Europa proprio poco prima delle votazioni per il Quirinale.
Il viaggio (di nozze) tra i due è appena cominciato. Alla federazione (tra Cambiamo e Italia Viva) punta anche Giovanni Toti che sta «tradendo» Luigi Brugnaro con Matteo Renzi. L'ex consigliere politico di Berlusconi e l'artefice del Patto del Nazareno hanno già deciso il nome del loro figliolo: Italia al centro, nuovo soggetto politico moderato in grado- nelle loro intenzioni - di rappresentare i liberaldemocratici e drenare voti a Pd e Forza Italia. Ma l'area del nuovo centro è affollata e interessa a molti.
I due nel frattempo escono insieme: se sono rose... Ma la coppia politica del momento sta nel M5S ed è quella formata da Luigi Di Maio e Virginia Raggi. I promessi sposi pentastellati puntano a prendersi la guida del Movimento: l'ex sindaca capo politico e il ministro degli Esteri «first man». Accordo fatto, manca qualcuno che li sposi. Magari un Garante o, meglio ancora, un giudice (di Napoli) che metta fuori gioco don Rodrigo-Giuseppe Conte, uscito malconcio dell'elezione del Presidente della Repubblica e fatto fuori da un'ordinanza. Già, l'ex premier ed ex capo politico è tornato leader «in pectore», mai sopportato troppo da Beppe Grillo alle prese con pool di notai, avvocati e azzecagarbugli per trovare una via d'uscita in un rapporto da separati in casa. Ma pure per divorziare serve un giudice. Ovviamente napoletano.
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