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Anche Bankitalia boccia i bonus di Giuseppe Conte. Ignazio Visco: “A rischio prezzi e conti pubblici”

Andrea Ciociola
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C'era grande attesa per l'intervento di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, al 28° Congresso di Assiom Forex a Parma, specie dopo le anticipazioni del premier Mario Draghi sul debito pubblico in arrivo da palazzo Koch. Visco ha cominciato il suo intervento esortando a «cominciare a pensare a un futuro da consolidare», al quale «tutti quanto dobbiamo partecipare con ottimismo» e con un «tentativo di costruire il nuovo che è proprio nelle nostre mani». All'auspicio ha accompagnato stime di crescita per il Pil italiano che «si avvicinerebbe nella media di quest'anno al 4%, per poi attenuarsi nei prossimi due». Visco ha sottolineato come «la marcata ripresa dell'economia» sia stata «decisiva per interrompere l'aumento del rapporto tra debito pubblico e prodotto, che alla fine del 2021 potrebbe essere sceso su valori prossimi al 150%». Un dato in ribasso dal 156% raggiunto nel 2020 e inferiore alle ultime valutazioni ufficiali pubblicate in autunno.

 

 

«Il peso del debito pubblico - ha spiegato Visco - si è ridotto in misura marcata e, rispetto a previsioni che lo vedevano prossimo al 160% del Pil alla fine del 2021, sarà verosimilmente di circa 10 punti percentuali più basso. La tendenza alla riduzione dovrà proseguire nei prossimi anni». «In presenza di un saldo primario migliore delle attese ma comunque ampiamente in disavanzo, il calo del peso del debito rispetto al 2020 ha riflesso la forte differenza, negativa per oltre 5 punti percentuali, tra l'onere medio per interessi e la crescita nominale dell'economia». Risultato che secondo il governatore di Bankitalia «mostra con chiarezza l'importanza della crescita economica per il perseguimento di una graduale riduzione del peso del debito». Ma Visco ha rimarcato anche un punto che il giorno prima aveva affrontato anche Mario Draghi attirandosi le critiche dei Cinque Stelle: i bonus non possono durare all'infinito. Il governatore della Banca d'Italia ritiene infatti ancora giustificabili interventi «limitati» di natura emergenziale per «fronteggiare la crisi energetica» o per i ristori «nei casi in cui i contagi continuino a ostacolare consumi e produzione, come nei servizi legati al turismo, alla ristorazione, al tempo libero».

 

 

Al contrario, avverte, «interventi generalizzati di stimolo» potrebbero «determinare tensioni sui prezzi, oltre a rischi per l'equilibrio dei conti pubblici». Servono più che altro "cambiamenti strutturali" come le politiche del lavoro in cui il governatore segnala l'ampio ritardo «nelle politiche volte a favorire la formazione e al reimpiego dei lavoratori». «La politica monetaria non esiterà a contrastare con decisione» possibili sviluppi inflazionistici, secondo Visco. «Per questo è essenziale la consapevolezza da parte di tutti, forze politiche, parti sociali, opinione pubblica, del delicato equilibrio che dobbiamo preservare», ha osservato il governatore. Visco ha affrontato anche il caro bollette: «L'inatteso aumento dell'inflazione registrato nell'area dell'euro negli ultimi mesi è in larga parte la conseguenza di uno shock di offerta. Se non si innescheranno spirali tra prezzi e salari e se le aspettative resteranno saldamente ancorate all'obiettivo di inflazione della Bce, come sta al momento avvenendo, l'effetto dei rincari dell'energia verrà in larga parte riassorbito nel 2023. Con il consolidarsi della ripresa, una graduale normalizzazione della politica monetaria resta quindi la strategia più appropriata».

 

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