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Centrodestra, Berlusconi riceve Casini ad Arcore: senza centro non si vince

Daniele Di Mario
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Dopo Matteo Salvini, Pierferdinando Casini. Dimesso dal San Raffele, Silvio Berlusconi torna a tempo pieno alla vita poltica. Il presidente di FI, dopo aver ospitato ad Arcore il segretario leghista, riceve a Villa San Martino l'ex presidente della Camera, che è stato a un passo dall'elezione al Quirinale. «È stato un incontro affettuoso, dal contenuto umano, non abbiamo parlato di temi politici», assicura all'AdnKronos Casini, spiegando di aver «ringraziato» il Cav «per la sua attenzione e amicizia, che ho contraccambiato».

Una versione confermata dallo staff del leader azzurro. L'incontro dimostra che Berlusconi fa sul serio quando dice che vuol rafforzare l'area popolare del centrodestra, facendosi interprete lui della «grande voglia di centro» di questi giorni.

L'ex premier lancia ancora una volta un messaggio preciso agli alleati Lega e FdI: senza l'area moderata la coalizione non va da nessuna parte. Ma anche a chi pensa di dar vita a «centrini», magari con Matteo Renzi (che accelera il cantiere del progetto politico che vede coinvolti Italia Viva e Coraggio Italia di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro) o Carlo Calenda, senza fare i conti con Forza Italia e il suo fondatore.

«Il centro siamo noi di FI», va ripetendo il Cav. Da qualcuno l'incontro di Arcore viene visto come la conferma della volontà di Berlusconi di creare un contenitore che riunisce i moderati. «Sono favorevole a tutto ciò che può riunire i moderati, nel solco del Ppe, di cui siamo orgogliosamente espressione in Italia», spiega in una intervista al Corriere della Sera. Il leader di FI, comunque ribadiscono i colonnelli azzurri - non ha intenzione di mettere in discussione il maggioritario per tornare al proporzionale. È al centrodestra che guarda Berlusconi, che sulla federazione stile Partito Repubblica Usa proposta da Salvini (e nei mesi passati dallo stesso Cav) per ora non si sbilancia.

«L'alleanza di centrodestra esiste perché io l'ho resa possibile dal 1994 - rivendica sul Corriere - Non cambio certo idea oggi. Ma non cambio neanche idea sul ruolo di Forza Italia che è quello della sola grande forza di centro liberale, cristiano, garantista, europeista. Un centro senza il quale non si vince e che deve avere un ruolo trainante». «Quando l'emergenza sarà superata - prosegue Berlusconi - si dovrà tornare ad alleanze fra forze politiche omogenee. Così funziona una sana democrazia dell'alternanza, magari con rapporti più sereni e rispettosi fra le forze politiche», ha aggiunto, «ma quel momento non è ancora arrivato e Draghi deve avere tutto il tempo necessario per completare il suo lavoro».

Oggi l'obiettivo è puntellare il governo Draghi, per il futuro invece «è ricostruire il centrodestra che non è morto ma va rifondato per garantire la stabilità di governo». Il problema sono però gli alleati, i cui rapporti sono stati incrinati dalla rielezione di Mattarella al Quirinale. Il clima nel centrodestra resta teso, soprattutto tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Il presidente di Fratelli d'Italia torna sul tema, spiegando che con il segretario leghista «non sono questioni personali, sono questioni politiche. Credo che vada chiarito che cosa si preferisce tra stare nel campo del centrodestra costi quel che costi o preferire l'alleanza con il centrosinistra se non conviene quella con il centrodestra. Io credo che questa risposta vada data e non da me, perché io ho sempre dimostrato che cosa preferisco. Io al governo con il Pd non ci vado, al governo con i Cinquestelle non ci vado, io il presidente della Repubblica del Pd non lo voto. Gli altri fanno altre scelte, ma non sono io che devo fare chiarezza. Credo che debbano fare chiarezza gli altri».

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