l'elezione del presidente

Elezione presidente della Repubblica, dietro l'ipotesi Belloni l'intesa tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte

Lo scontro su Elisabetta Casellati serve a spaccare il centrodestra e riaprire il dialogo all'interno della maggioranza. Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza - che trascorrono l'intera giornata riuniti nel quartier generale allestito nella sala Berlinguer - assistono alla partita che va in scena nel campo avversario fiduciosi del "fallimento del muro contro muro".

Quando la candidatura della seconda carica dello Stato viene bocciata, raggiungendo solo 382 preferenze, si apre il tavolo della maggioranza che sostiene il Governo di Mario Draghi. "Cominciamo a parlare", annuncia il segretario Pd, che però fotografa la situazione come "molto complicata".

  

A sovrapporsi, insiste, sono due diverse geometrie politiche, quella classica centrodestra-centrosinistra, e quella che tratteggia il perimetro della maggioranza. Salvini incontra Letta e Conte e i tre provano a scomporre il quadro. Il confronto "è franco". La condizione preliminare per i progressisti resta un nome "super partes".

I leader tentano la carta di una candidatura femminile. In campo ci sono i nomi di Elisabetta Belloni e Marta Cartabia. Quando è sera e anche lo spoglio della sesta chiama certifica l'ennesima fumata nera, prende quota in modo rapidissimo l'ipotesi che sia la direttrice generale del Dis a traslocare al Quirinale.  "C'è finalmente la possibilità di avere un presidente della Repubblica donna", annuncia trionfale Conte, facendo eco a Salvini.

Pd, Leu e Iv, però, non ci stanno.  Sul tavolo "ci sono candidature femminili di assoluto valore. Ma ci vuole serietà, la cosa peggiore è continuare col metodo di questi giorni che consiste nel bruciare con improvvide fughe in avanti ogni possibilità di intesa", filtra dal Nazareno. Matteo Renzi è netto: "L’idea che il capo dei servizi segreti in carica diventi Presidente della Repubblica è per me inaccettabile. Si tratta di una deriva anti istituzionale che non ha precedenti. Noi non voteremo Elisabetta Belloni. Che è una mia amica. Ma dai Servizi Segreti non si va al Quirinale: chi non lo capisce non ha cultura istituzionale", dice chiaro, comunicandolo anche per telefono alla diretta interessata. Anche per Leu la candidatura di chi è a capo dei servizi segreti è inopportuna.

Il M5S, però, fa asse con Salvini, almeno nella partita giocata da Conte. Via twitter arriva anche la 'benedizione' di Beppe Grillo: "Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo. #ElisabettaBelloni", scrive. Frena Luigi Di Maio: "Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso", cinguetta. .

 Il fronte dei progressisti, insomma, è spaccato. I Dem non ci stanno: "Il Pd vuole che la maggioranza di governo sia unita. E noi lavoreremo domani esattamente per tenerla unità", filtra a sera dal Nazareno. In extremis, allora, si tenta anche la carta Paola Severino, ma, prima che la lunga notte delle trattative abbia inizio, viene riferito, "restano aperte tutte le opzioni".

A partire dalla terna composta da Mario Draghi, Pier Ferdinando Casini e Giuliano Amato. "Cresce spontaneo", poi, il vento che porta a Sergio Mattarella. "Invitiamo tutti a prendere atto della spinta che da due giorni e in modo trasversale in Parlamento viene a favore della riconferma del Presidente", ragionano i dem, impegnati insieme al M5S a tenere alto il consenso dell'attuale inquilino del Colle, che alla sesta votazione raggiunge 336 preferenze. "Sergio Mattarella è un galantuomo, è chiaro che lo rivoterei anche oggi e domani ma lui ha chiesto di non essere tirato per la giacchetta", ricorda a tutti Renzi, che però poi ammette: Se si continua con questo gioco in questa situazione di stallo ogni giorno che passa diventa più probabile il fallimento di chi doveva gestire questa partita e quindi la possibilità di andare da Mattarella, poi come reagirà il presidente è un argomento molto complesso".