la lotta al covid

Obbligo vaccinale agli over 50, sì unanime al decreto in Cdm. La Lega "salva" i parrucchieri. Ecco cosa succede

L'obbligo di vaccino per gli over 50 è in realtà. A deciderlo è il governo attraverso il nuovo decreto Covid approvato all'unanimità dai ministri presenti in Cdm al termine di un duro scontro, soprattutto con la delegazione della Lega che aveva contestato diverse parti della bozza poi stralciate, tra le quali l'obbligo del super green pass per accedere a centri commerciali e servizi alla persona.

  

"I provvedimenti di oggi vogliono preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche. Vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite". Questa l'introduzione di Mario Draghi al Consiglio dei ministri.

Poi, però, è stata battaglia. L’allarme è partito in mattinata quando, poco prima di mezzogiorno, con una nota della sua portavoce, Giancarlo Giorgetti fa sapere di aver informato Mario Draghi che «per motivi familiari» non sarà presente alla cabina di regia e al Consiglio dei ministri che deve esaminare il nuovo decreto Covid. Nel comunicato in cui si annuncia l’assenza di Giorgetti si smentiscono come «fantasiose» e «destituite di fondamento» le ricostruzioni di stampa in merito a presunti «contrasti», sulle misure anti Covid o su altro, con Mario Draghi e si annuncia che sarà il collega al Turismo Massimo Gravagliava a guidare la delegazione del partito alle due importanti riunioni di governo.

Poco dopo, il Pd annuncia l’intenzione di insistere sull’introduzione dell’obbligo vaccinale e la lampadina rossa - che, nella Lega, si accede ogni volta che il vice di Matteo Salvini "diserta" una riunione di governo - comincia a lampeggiare. Prima dell’avvio della riunione, poi, è il ministro Garavaglia a definire la linea del partito, contraria all’introduzione dell’obbligo vaccinale indiscriminato, come chiesto, nella maggioranza, invece da Pd, Italia viva, Leu e Forza Italia (mentre il Movimento 5 stelle è contrario). «La posizione della Lega sulle misure anti-Covid prevede la vaccinazione obbligatoria per gli over 60, proprio per tutelare le fasce più fragili della popolazione», fa sapere l’ex assessore lombardo. In sede di riunione di governo, Garavaglia - si anticipa - ribadirà la necessità di non dimenticare l’impatto economico della pandemia su un settore importante per l’economia nazionale come il Turismo. Pertanto, - si insiste -confermerà la necessità di interventi a sostegno del settore, a partire dalla cassa integrazione per i lavoratori del settore e dell’anticipo del Tfr ai lavoratori sospesi perchè senza super greeen pass.

Nel corso della cabina di regia, la mediazione proposta da Draghi di obbligo di vaccinazione per gli over 50 disoccupati e di "2G" per i lavoratori incontra il favore di diversi partiti. Ma nella Lega rimangono «forti perplessità»: over 50 non sono solo gli «anziani fragili», l’età media dei ricoveri in terapia intensiva è 65 anni. «No all’obbligo indiscriminato di vaccino ma tutela di anziani e fragili, indennizzi per i danneggiati dalle vaccinazioni, subito un 
decreto ristori per chi perde il lavoro, no a bambini senza scuola»: sono le richieste della Lega al termine della riunione. Nel corso del Consiglio dei ministri sono diversi i distinguo. Garavaglia arriva a minacciare di far mancare il voto dei suoi se non viene abolito l’obbligo di super green pass per accedere ai servizi alla persona e ai pubblici uffici (banche, parrucchieri, negozi). La norma, contenuta nella bozza del decreto, viene quindi stralciata e, nella nuova versione, passa l’obbligo di green pass semplice per accedere ai servizi.

La riunione è ancora in corso quando, ancora dal Mise, viene diffusa una nota dai toni non concilianti, firmata dai tre ministri leghisti, Giorgetti, Garavaglia ed Erika Stefani. «Siamo responsabilmente al governo ma non acquiescenti a misure, come gli obblighi che incidono profondamente sulla libertà al lavoro che è tutelata dalla costituzione o a misure senza fondamento scientifico visto che la maggioranza assoluta dei ricoverati Covid ha ben più di 60 anni - scandiscono -. Inoltre, manca l’assunzione esplicita di responsabilità dello Stato quando si introduce un obbligo vaccinale». Durante la riunione - viene riferito - Garavaglia prende parola più volte, per ribadire i distinguo leghisti e fare proposte come, per esempio, la possibilità di accedere all’anticipo del Trattamento di fine rapporto per coloro che sono sospesi dal lavoro perchè sprovvisti del ’2G’, ottenendo che si parli dei questa possbilità nel prossimo Consiglio dei ministri che affronterà il tema ristori. E soprattutto, sventa - a dire degli ex lumbard - il pericolo che l’obbligo vaccinale scenda agli ’over 40’ e ottenendo l’impegno a rendere esplicita la coorelazione tra obbligo, indennizzo e responsabilità. E, in chiusura, arriva il via libera, comunque ’soffertò, dei ministri leghisti al nuovo decreto Covid, approvato all’unanimità.