Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Manovra, il premier Draghi fa gli straordinari: via alle consultazioni

Gaetano Mineo
  • a
  • a
  • a

Inizierà, nel pomeriggio, con i capigruppo di Camera e Senato del M5s. Entro mercoledì, Mario Draghi avrà incontrato tutti i rappresentanti dei partiti. È stato lo stesso premier a volere questo confronto sulla manovra al fine di evitare che le fibrillazioni dei partiti in vista delle elezioni del presidente della Repubblica si riverberino sulla legge di Bilancio.

D'altronde, i tempi si accorciano e le Camere dovrebbero essere convocate in seduta comune già nella seconda metà di gennaio. E così incassato l'accordo di maggioranza sulla ripartizione degli 8 miliardi di tagli alle tasse, per Draghi ora in agenda c'è tutta l'altra fetta della manovra di Bilancio. Il capo del governo ha aperto al confronto con i partiti, ma a sua volta vuole richiamare al senso di responsabilità per scongiurare la tentazione di assalto alla diligenza. Anche perché la manovra arrivata al Senato in ritardo, ha tempi ormai strettissimi per essere approvata entro il 31 dicembre. E passerà dalla Camera solo per il via libera definitivo.

La Lega gioca d'azzardo con la sua lista della «spesa». «Martedì (domani ndr.) richiesta ufficiale della nostra delegazione a Draghi: servono miliardi, subito, per bloccare gli aumenti delle bollette di luce e gas, il resto può aspettare. Impensabile regalare 9 miliardi a troppi furbi ed evasori col Reddito di Cittadinanza, aiutiamo famiglie e imprese che pagano il doppio per luce e gas», scandisce Matteo Salvini, rilanciando sul «torniamo a parlare di nucleare pulito di ultima generazione, sicuro e green», scatenando un ginepraio. Il primo tema caldo sul tavolo sarà proprio quello del Reddito di Cittadinanza.

Con i Cinque Stelle sulle barricate da un lato e i partiti di centrodestra dall'altro, che vorrebbero invece qualcosa in più sul taglio dell'Irap. Poi c'è il Superbonus: in questo caso è tutta la maggioranza che vorrebbe cancellare il tetto dell'Isee previsto per le villette. Silvio Berlusconi insiste. «La revisione del Reddito di Cittadinanza è un compromesso ragionevole - dice l'ex premier - Noi immaginavamo uno strumento diverso, ma il tema della povertà in Italia è oggettivo e in molte aree del Paese davvero gravissimo».

Ma Forza Italia, a detta del suo coordinatore nazionale, Antonio Tajani, «chiederà al presidente del Consiglio un'azione forte per incrementare gli 8 miliardi destinati alla riduzione della pressione fiscale». Consapevoli che il RdC verrà modificato, tuttavia, il ministro pentastellato alle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, fa sapere che sulla legge di bilancio «il M5S non è che promette battaglia, ma farà tutto ciò che può per migliorare alcune parti della manovra che non ci convincono, soprattutto farà tutto ciò che può per non introdurre elementi limitativi del Superbonus».

C'è poi il Pd che chiede che «i soldi che avanzano dalla riforma Irpef si mettano per un intervento contro il caro bollette, che è quello che chiedono le imprese». Sul punto è d'accordo anche la Lega, tanto che l'ipotesi di destinare alle bollette le risorse che avanzano dalla nuova Irpef - il primo anno costerebbe meno dei 7 miliardi a regime- sarebbe già sul tavolo del Mef.

Infine, l'opposizione tiene duro. Giorgia Meloni parla di «doppia beffa per gli italiani». «Il governo non taglia le tasse ma fa il gioco delle tre carte afferma la leader di FdI- introducendo una patrimoniale occulta che aumenterà sia l'Imu sulle seconde case sia il valore della prima casa ai fini Isee». 

Dai blog