il processo della domenica

Enrico Letta rinuncia alla politica: non aspetti Natale per fare la propria mossa sul Colle

Antonio Siberia

Tutti i nomi per un Presidente. Da giorni ha ormai incominciato a girare la ruota dei possibili candidati al Colle per il dopo Mattarella. Un viavai di arrivi e partenze quotidiani, di favoriti che durano poche ore prima di essere scalzati da qualche altro più favorito di loro. Per un attimo. Anche comprando una vocale o una consonante, come in un vecchio quiz televisivo, indovinare è impossibile perché la battaglia politica che è iniziata durerà a lungo. Anche per questo colpiscono le parole dette dal leader del Partito democratico Enrico Letta. «Di Quirinale - ha spiegato - si parlerà a gennaio, anche perché io non ho mai visto in questi decenni un presidente della Repubblica scelto con mesi d’anticipo. Quindi quello che accade in questi giorni è solo un chiacchiericcio che distrae dalle cose importanti». Ma benedetto figliuolo (con la minuscola, non il generale), di chiacchiericci la politica ha lastricato da anni le strade dell’inferno. Perché il chiacchiericcio è esso stesso politica. Attirare attenzioni su un nome anziché su un altro, evocare scenari, contare i voti possibili e quelli impossibili, fa parte di una liturgia che è già incominciata.

 

  

 

Per questo se fossimo in Enrico Letta non aspetteremmo gennaio, dopo che saranno già passati Babbo Natale e la Befana e probabilmente anche molti candidati sotto i ponti. Anche perché a questo giro la scelta del nuovo Capo dello Stato si giocherà in un contesto assai particolare, quello di un Governo, guidato da Mario Draghi, dove tutti i partiti - tranne Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni - fanno parte della maggioranza che lo sostiene. Riusciranno ad esprimere tutti assieme un solo candidato per il Colle? Francamente ci sembra impossibile, dato che la scelta del nuovo inquilino del Quirinale rappresenta una delle poche cose su cui la politica può ancora incidere in tempi di Recovery e di un percorso di riforme assai vincolato per l’Italia. Enrico Letta questo dovrebbe saperlo e anziché spiegare che lui starà zitto sino a gennaio ma che «tutti sono liberi di fare ciò che vogliono, visto che siamo in un Paese libero», dovrebbe darsi una mossa. Aspettare che passi Babbo Natale magari sul momento può far stare più sereni ma poi, in un battibaleno, ti precipita nel carnevale.