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Una foglia di Fico sulle truffe per il reddito di cittadinanza

Arnaldo Magro
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Soldi. Tanti soldi. Banconote di piccolo e medio taglio, che vengono contate e fatte svolazzare su un letto a mo’ di petali di rosa. La melodia cantilenante e gitana è invece un must come sottofondo musicale. I volti per pudore, almeno quelli, li hanno coperti. È solo l’ultimo video del momento che diventa virale e che fa discutere. Che divide la politica. Il problema è che quel video non è girato dall’ultimo rapper del momento. Non è un artista di strada che per darsi un tono, per dimostrare il suo punto di arrivo, ostenta ricchezza. Sono soldi quelli del video che arrivano (anche) dal reddito di cittadinanza. Probabilmente non solo. Ma in gran parte arrivano da quella misura. Almeno così si premurano di farci sapere i protagonisti del video amatoriale. Soldi dei contribuenti italiani. Soldi che, come si premura a chiarire subito il M5S, finiscono certamente e giustamente anche nelle case dei meno abbienti del Paese. Che però, per una forma di dignità propria o di buon gusto, difficilmente vedrete ostentare in video tanto provocatori.

 

 

 

 

 

I protagonisti di quel video non solo non hanno bisogno di quegli aiuti statali ma si prendono pure scherno dello Stato Italiano. Più che reddito di cittadinanza è diventato un reddito di arroganza. Per attingere al fondo hanno inventato identità fantasma. Nessun controllo, se non dopo anni, è stato fatto a monte prima di elargire prebende. Bastava inventarsi una identità e chiedere soldi. Lo Stato italiano avrebbe elargito. L’unico lavoro intrapreso, quello che lo impegna a contare i soldi. «Le truffe in Italia c’erano anche prima che nascesse il reddito di cittadinanza» dice Roberto Fico. Esponente di spicco del movimento nonché Presidente della Camera. Terza carica dello Stato. Ora, che ci fossero le truffe anche prima è indubbiamente vero. Ma quelle parole pronunciate da chi rappresenta le istituzioni lasciano comunque un senso di scoramento. Come se si volesse minimizzare una truffa subita dagli italiani onesti. Come a giustificare chi i controlli non li ha mai fatti e chi, quelle truffe continuerà quasi certamente, a perpetrarle.

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