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Mario Draghi, una poltrona più alta per il premier: i lavori a Palazzo Chigi

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Filippo Caleri
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Anche Mario Draghi, nonostante la sobrietà della sua comunicazione, non si sottrae alle esigenze scenografiche e di immagine. Così la sua possibile ascesa al Colle passa anche dall'innalzamento fisico delle pedane dalle quali parla da premier. Così sembra, almeno, a leggere un bando di Palazzo Chigi datato 18 ottobre, che prevede per la Sala polifunzionale un affidamento diretto a un artigiano del legno per (testuale): «Alzare il piano di calpestio retrostante, realizzando una pedana così da offrire una maggiore visibilità ai relatori (vista mezzo busto)».

Insomma urge alzare l'altezza di chi si siede al tavolo dei relatori per evitare di restare in ombra, e far soffrire l'uditorio, quasi scomparendo alla vista. E che questo sia il fine ultimo del lavoro richiesto è acclarato dalla determina a contrarre (l'atto formale che assegna la commessa) nella quale viene citato l'appunto del coordinatore del servizio beni mobili e logistica del 22 giugno scorso sugli «Interventi di adeguamento sala polifunzionale», nel quale si legge che «è stata rappresentata la necessità di procedere ad un allestimento stabile della Sala Polifunzionale dal punto di vista sia tecnologico che scenografico, in modo da poter garantire una risposta rapida ed efficace alle esigenze di comunicazione della Presidenza».

Non solo. La velocità di progettazione e di esecuzione richiesta alla realizzazione dei manufatti è testimoniata anche dal fatto che è anche dichiarata «l'urgenza di procedere all'affidamento dei lavori, stante la necessità di rendere nel minor tempo possibile, la sala Polifunzionale adeguata a rispondere alle esigenze di comunicazione della presidenza del consiglio dei ministri». Insomma Draghi ha bisogno di una poltrona più alta. Per ora, e forse in vista di quella più ambita, quella del Quirinale, si fa alzare quella da cui comunica. E che, in ogni caso, è anche più vicina fisicamente al Colle più alto.

Del lavoro sono grati probabilmente anche i suoi ministri, soprattutto quelli più mingherlini e più piccoli di statura. Anche per loro, infatti, c'è una maggiore facilità di farsi vedere e di meglio apparire. Quanto alla descrizione della fornitura, vista la peculiarità del manufatto, Palazzo Chigi ha deciso di affidarsi a un artigiano specializzato che già conosce il luogo. Così dopo aver verificato che, per la tipologia di prestazioni richieste, non è stato possibile rivolgersi al mercato elettronico della pubblica amministrazione, ha deciso di chiedere la realizzazione della commessa alla Falegnameria Mattioli arredamenti in legno srl di Monterotondo, che ha già realizzato interventi nella sala in occasione della sua creazione.

Alla ditta, oltre ad alzare il piano di calpestio, per garantire un allestimento efficace «sia dal punto di vista tecnologico sia scenografico», è stata chiesta la modifica dell'altezza del piano di lavoro dove sono presenti microfoni, allacci elettrici e rete. Oltre a questo anche di rivestire il fronte del tavolo con pannelli riposizionabili rivestiti di pellicola o stoffa e di coprire, infine, il fondale compreso lo schermo, sempre con pannelli dello stesso materiale. Il costo è stato fissato in 38.680 euro, Iva esclusa ma comprensivi dei costi per la sicurezza. 

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