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La sinistra non accetta il risultato della democrazia sul ddl Zan: il leghista Galli contrattacca ad Agorà

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Siete soddisfatti dello stop ad un provvedimento di civiltà come il ddl Zan? La domanda viene posta da Luisella Costamagna nel corso della puntata del 28 ottobre di Agorà, programma di Rai3. L’interlocutore e destinatario della questione - “comunque la si pensi è così”, ha sottolineato la giornalista - è Dario Galli, deputato della Lega, che replica: “Comunque la si pensi… Se per lei è civiltà dire ad un bambino che deve decidere a 12 anni se vuole essere un uomo o una donna dal nostro punto di vista non è una questione di civiltà, ma una cosa che non può essere assolutamente condivisibile. Tant’è che la Lega da tempo aveva chiesto di rivedere almeno i punti più controversi, e non solo noi. Non si può parlare di democrazia quando fa comodo e quando la democrazia dà un risultato diversi ci si scatena contro i franchi tiratori, i vigliacchi, la Casellati… Queste sono le regole dello Stato italiano, le leggi passano con la maggioranza in Parlamento. Se in Parlamento la maggioranza non c’è in uno dei due rami la legge non passa. Punto. Non ho fatto alcuna esultanza perché - analizza Galli - il ddl Zan non è passato e non avrei nessuna depressione se fosse passato".

 

 

"È una cosa sbagliata perché in Italia c’è una quantità di leggi che garantiscono le minoranze. La legge Zan introduce un principio non condivisibile, cioè il genere è una questione che esiste in natura. Non si può - conclude il deputato del Carroccio - iniziare ad inculcare delle cose ad un bambino delle elementari, con il genere che diventa una scelta”.

 

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