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Porta a Porta, Matteo Salvini sull'audio rubato: "Non mi faranno litigare con la Meloni". Il vero piano del centrodestra

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Giada Oricchio
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Il centrodestra si muove compatto, anzi “come un sol uomo e una sola squadra. Se ho chiarito con Giorgia Meloni? Vi faccio vedere i whatsapp in cui scherziamo”. Parola di Matteo Salvini. Il leader della Lega, ospite di “Porta a Porta”, giovedì 21 ottobre, spazza via dubbi e incertezze sull’unità dei partiti di destra partendo dall’audio “rubato” durante una riunione con i gruppi parlamentari della Lega e pubblicato da “Il Foglio” (“C’è modo e modo di stare all’opposizione. Si può concordare una quota comprensibile di rotture di co***ni che però vada a minare il campo Pd e 5 stelle e non fatta scientemente per mettere in difficoltà la Lega e il centrodestra”).

Bruno Vespa, padrone di casa di “Porta a Porta” gli chiede conto dell’audio e Salvini smorza la polemica: “Io e Giorgia scherziamo ogni giorno quando sui giornali ne escono di ogni, varie e eventuali, stavo parlando degli scontri del passato che hanno portato alla sconfitta alle elezioni. Un centrodestra che litiga, che presenta emendamenti diversi e perde tempo sui candidati o in polemiche, allontana la gente che poi non va a votare. Domenica sei milioni di italiani sono rimasti a casa e molti di questi sono elettori di centrodestra che dicono: o vi mettete insieme e lavorate insieme oppure non si vota”.

Vespa lo incalza: “C’è stata una telefonata di chiarimento con la Meloni?”, “Le faccio vedere i whatsapp in cui ridiamo e scherziamo” ribatte sicuro Salvini che poi ribadisce i complimenti a Silvio Berlusconi per l’assoluzione nel processo Ruby-ter: “Dopo 10 anni di menzogne è venuta fuori la verità. Sono contento per Berlusconi che può stare simpatico o antipatico, ma ha fatto tanto per questo Paese e sono contento di aver raccolto le firme per la riforma della giustizia perché non è possibile che ci siano processi che durino 10 anni. Chiediamo la responsabilità diretta dei magistrati che sbagliano”.

Il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, ospite in studio, riconosce a Salvini di aver fatto un’analisi lucida e sincera della debacle elettorale alle amministrative e osserva che il centrodestra ha perso per le posizioni contro il green pass. Una ricostruzione che il numero uno del Carroccio rintuzza vivacemente: “Non è così. Il green pass come strumento di riapertura c’è solo in Italia, non c’è a Londra, Berlino, Madrid… o tutti gli altri sono imbecilli o c’è un eccesso in Italia. Non abbiamo perso per le posizioni sul green pass altrimenti Forza Italia che è favorevole doveva prendere il 250%. C’è una situazione tale per cui la gente vota con diffidenza. La nostra colpa è aver scelto tardi i candidati ed esserci divisi. Serve un centrodestra unito. Nelle grandi città siamo arrivati in ritardo, se si guarda ai piccoli e medi comuni la Lega ha 70 sindaci in più, ma se perdi a Milano, Roma, Napoli e Torino è chiaro che hai perso. Litigi e polemiche non aiutano, se ti presenti diviso in Parlamento e unito per governare non sei credibile. Bando alle polemiche, adesso ci coordiniamo settimana per settimana e lavoriamo insieme visto che tra un anno e mezzo vogliamo governare insieme. Facciamo tesoro della lezione che ci hanno dato gli italiani alle elezioni e nei prossimi mesi, noi del centrodestra saremo un sol uomo, una sola squadra. Faremo riunioni comuni Ministri Lega e Forza Italia su temi importanti come le pensioni”.

A proposito di riforma del sistema pensionistico, Salvini si dice d’accordo con i sindacati: “Condivido le loro preoccupazioni: non è possibile pensare a 4-5 anni di lavoro in più soprattutto dopo il Covid. Penso che serva uno scivolo per tutelare i dipendenti delle piccole e medie imprese, avere uno scivolo che mantenga quota 100 per lavoratori a rischio, a avere un pacchetto di denaro per i lavoratori precoci, cioè a quota 41, è quello su cui sto lavorando personalmente con il presidente Draghi. Sono previsti 8 miliardi di tagli delle tasse, dipende a chi le tagli e come le tagli. Dopo un anno e mezzo di Covid alzare l’età per andare in pensione è sbagliatissimo. Altrimenti i giovani quando iniziano a lavorare? Restano tutta al vita davanti alla tv a guardare Porta a Porta?!”.

Sul Reddito di Cittadinanza, l’ex Ministro dell’Interno spiega: “Ho detto al presidente Draghi che garantire un reddito a chi non è in condizioni di lavorare è sacrosanto: disabili, invalidi, inabili, però garantire un reddito a chi rifiuta di andare a lavorare, no. Come Lega abbiamo chiesto che nella nuova versione del Reddito di cittadinanza chi dice no a un’offerta di lavoro congrua, non tre, tanti saluti e una pacca sulla spalla. E’ la stessa posizione di Di Maio? Meglio tardi che mai!”.

Bruno Vespa tocca un altro tema caldo: il Quirinale con l’elezione del Presidente della Repubblica. La Lega sosterrà o no Draghi in caso di candidatura? Salvini sceglie di dribblare la risposta anche se tra le righe manda un messaggio: “Se Draghi va al Quirinale non ci saranno elezioni anticipate, non perché lo diciamo noi, ma perché non ci saranno parlamentari che si auto manderanno a casa. Se Draghi riterrà di presentarsi al Quirinale ce lo comunicherà e valuteremo. Votarlo? Valuteremo. Però se si presenta candidato di centrodestra, unitariamente lo sosterremo. A gennaio decideremo chi sostenere come Presidente della Repubblica tra i candidati”. E ne approfitta per replicare a Molinari che continua a vedere divergenze politiche tra il senatore e Draghi: “I rapporti tra me e Presidente del Consiglio checché ne dica il direttore di Repubblica sono ottimi, semplicemente non comunichiamo tutte le volte che ci sentiamo e vediamo”.

Matteo Salvini ne ha anche per il Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese alla quale da mesi chiede invano un incontro: “I problemi delle ultime settimane, gli assalti al Pronto Soccorso, gli idranti contro i portuali, i lacrimogeni nelle scuole non sono cose normali, evidentemente c’è qualche problema nell’ordine pubblico. La cosa più sbagliata che può fare un Ministro è scaricare le responsabilità sui sottoposti. Un Ministro se si ritiene tale, quando ci sono errori come a Roma e Trieste se ne assume la responsabilità”.

 

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