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Ballottaggio elezioni Roma 2021, adesso Pd e centrodestra si contendono Carlo Calenda

Giada Oricchio
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Tutti vogliono Carlo Calenda, il leader di Azione, ma chi se lo piglia? Il tesoretto del 18% al primo turno delle elezioni comunali di Roma fa gola a centrodestra e centrosinistra in vista del ballottaggio tra 15 giorni, il 17 e 18 ottobre. Un ballottaggio che, al di là della prudenza della sindaca uscente di Virginia Raggi, vedrà sfidarsi Roberto Gualtieri e Enrico Michetti.

I voti di Calenda sono l’ago della bilancia anche se lui non vuole sentir parlare di accordi e apparentamenti: “Per quanto riguarda il ballottaggio così come ho sempre dichiarato poiché si tratta di una lista civica votata dagli elettori di destra e sinistra, io non posso strumentalizzare il loro voto per portarlo da una parte o dall’altra. Non farò accordi o apparentamenti. Non darò indicazioni di voti, ma vedremo, ma senza contropartite. Certamente darò una mano a chiunque sarà eletto sindaco di Roma. Da domani riprendo a fare il mio lavoro di eurodeputato”. Salvo poi precisare e lanciare il classico messaggio nella bottiglia: “Su indicazioni di voto decideremo nei prossimi giorni, intendo indicazioni personali e senza contropartite”.

Vittorio Sgarbi, candidato assessore alla Cultura del Comune guidato da Michetti, ha subito lisciato l’avversario: “Calenda sarebbe stato un ottimo candidato per il centrodestra e un candidato vincente per il centrosinistra che con lui avrebbe vinto al primo turno. Noi con Michetti abbiamo un candidato di buone qualità, ma che non ha lo slancio politico dimostrato da Calenda. Quando sarà tutto finito e io spero di essere assessore, l’esperienza di Calenda è utile. Quel 20% che ha votato per lui rappresenta una città che non è quella della Raggi, è un’esperienza importante dal punto di vista politico, culturale e della capacità di rappresentare con la propria figura un’idea. Calenda è un civico con i numeri e Michetti deve pensare a un ruolo per lui nell’amministrazione”.

Il critico d’arte lo elegge a vincitore morale delle elezioni a Roma: “L’unica lista civica con identità è quella di Calenda e gli va reso onore. E’ una persona di qualità, è l’unico civico con i numeri. Non gli chiedo apparentamenti o di votare per noi, ma credo che Michetti debba dare al 15-20% di Calenda un giusto riconoscimento. E’ il vincitore morale, i suoi elettori esistono e lo rappresentano veramente. Calenda ha dato prova di avere i numeri e di portare i numeri”.

Un elogio che l’eurodeputato ha incassato con il sorriso ma senza sbilanciarsi. Anche il segretario del PD, Enrico Letta, che ha vinto le suppletive nel collegio di Siena e torna deputato, fa prove tecniche di avvicinamento per incamerare i voti a favore di Roberto Gualtieri: “Parlerò con Calenda e gli farò un discorso sul futuro, ma le nostre strade dovranno convergere, ne sono convinto. Unità e convergenza è l’unico modo per avere una coalizione di centrosinistra democratica e vincente, lui è un nostro interlocutore. E personalmente abbiamo avuto sempre un buon rapporto”.

L’ultimo a tirare per la giacchetta Calenda così da poter attingere a quel serbatoio di voti è Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia: “I festeggiamenti del centrosinistra non li capisco. Il risultato di Gualtieri è deludente e sotto le aspettative, mentre dico che vada riconosciuto a Virginia Raggi l’onore delle armi, mi pare che il suo risultato sia di tutto rispetto e credo sia ragguardevole anche quello di Calenda che non dimentichiamolo è stato molto osteggiato dalla sinistra”. Come a dire: ricordati cosa ti hanno fatto.

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