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Il sottosegretario Molteni: "Roma, troppo clandestini in periferia". Salvini sabato parla a Tor Bella Monaca

Francesco Storace
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A Roma il tema sicurezza c’è tutto e parlano i fatti di ogni giorno. Nicola Molteni, sottosegretario leghista al Viminale, teme soprattutto la proliferazione di reati che stanno assumendo gravi dimensioni: «Spaccio, occupazioni abusive, abusivismo, immigrazione illegale, accattonaggio. È qui che si deve intervenire seriamente».

 

E questo spiega anche, dice Molteni conversando con Il Tempo, perché domani Matteo Salvini "chiuderà" la campagna elettorale per le comunali di Roma con un comizio in piazza Brambilla, a Tor Bella Monaca. «Il nostro Segretario vuole dare voce e speranza ai tanti cittadini per bene che lì vivono». Salvini, da Ministro dell’Interno, «in 14 mesi ha dimostrato che bloccare l’immigrazione illegale, ridurre gli sbarchi e riportare la sicurezza come priorità dell’Agenda di governo è possibile. L’ha detto lo ha fatto, ha mantenuto gli impegni». E va in quel quartiere ad assumerne di nuovi, magari a partire dalla scuola. «Proprio così – ricorda Molteni che fu sottosegretario agli Interni anche con lui ministro - Nel 2018 una quota parte del Fondo per la sicurezza urbana del decreto Salvini fu dedicata al progetto "Scuole sicure" per contrastare lo spaccio fuori gli istituti attraverso le assunzioni a tempo determinato della polizia locale, il pagamento degli straordinari, gli investimenti in mezzi e dotazioni».

 

Sono quartieri difficili, territori complicati quelli delle periferie metropolitane, a partire dalla Capitale. E va detto – ci tiene a ribadirlo Molteni – che «c’è un lavoro e uno sforzo continuo da parte di Prefettura e Questura, che ringrazio, con le forze di polizia e la polizia locale per ripristinare la legalità rispetto alle sacche di degrado che generano un senso di insicurezza nei cittadini. Anche i militari dell’Operazione "strade sicure" rappresentano un presidio di sicurezza importante». Sul punto, il sottosegretario rivendica che «gli sgomberi a Tor Bella Monaca con la presenza dei clan, le operazioni ad "alto impatto" a Termini e a Piazza Vittorio e altre, programmate e pianificate in questi mesi dalle autorità locali di pubblica sicurezza contro abusivismo, spaccio e immigrazione illegale sono il segnale di una presenza ferma dello Stato che va però rafforzata e implementata».

 

Le principali problematicità che vive la Capitale «derivano dal senso di insicurezza percepita, legata a spaccio, occupazioni abusive, abusivismo, immigrazione illegale, accattonaggio. Questi fenomeni se non contrastati creano allarme sociale tra la popolazione».

E se chiedi dove si delinque di più a Roma, la risposta è quella che temi: «Ovviamente nelle periferie - e ne cito solo alcune - come Tor bella Monaca, Torre Maura, Torre Angela, San Basilio, Corviale, Tor Pignattara - abbiamo visto negli anni un sensibile incremento delle forme di degrado, ma al contempo interventi di contrasto e di ripristino della legalità da parte delle istituzioni. In queste aree la limitata capacità del sistema di welfare locale emerge con evidenza: crescono i numeri dei senza fissa dimora e le liste d’attesa per alloggi popolari». Ma c’è di più come considerazione da fare: «Dove c’è degrado c’è illegalità. Sicurezza e legalità partono anche dal decoro urbano».

C’entra l’immigrazione clandestina, probabilmente.

«Sì, l’immigrazione, quella illegale e senza regole, incide pesantemente sui territori, nelle grandi città e nei piccoli borghi. Per questo, in particolare quella legata agli sbarchi, va contrastata e bloccata, altrimenti le conseguenze negative vengono distribuite sui territori alimentando, tensione sociale e riducendo interi quartieri a veri e propri ghetti. Invisibili, fantasmi e marginalizzati che alimentano criminalità. Aver cancellato la parte relativa all’immigrazione dei decreti sicurezza ha peggiorato la convivenza e non ha migliorato l’integrazione».

Spacciano? Non solo loro, il sottosegretario all’Interno non criminalizza chi viene da fuori, perché purtroppo ci sono anche i criminali indigeni: «Parliamo di spacciatori, pusher, venditori di morte che compromettono la società e il futuro dei nostri giovani». Ora arriva la cannabis... «Ecco, la legge sulla depenalizzazione della cannabis e sul piccolo spaccio è un regalo agli spacciatori e vanifica il lavoro della Polizia. È una legge pericolosa che va bloccata».

C’è un modello da suggerire al prossimo sindaco di Roma? «Ma per garantire sicurezza e decoro urbano ci sono 4 modalità: rafforzare la presenza dello Stato sui territori e qui l’impegno della Lega al Governo è di potenziare gli organici in sofferenza delle forze di polizia, incrementare poteri e risorse in favore delle autonomie locali – ad esempio estendendo gli apparati di videosorveglianza e le assunzioni delle Polizie Locali - valorizzare il coordinamento tra le forze di polizia nazionali e locali e investire nella partecipazione attiva dei cittadini». Per Molteni è più di uno slogan, è un valore: «Senza sicurezza non c’è libertà e oggi un sindaco può compartecipare a tutelarla. Ed è il segnale che Salvini vuole mandare domani da Tor Bella Monaca».

 

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