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Silvio Berlusconi, l'obiettivo del palazzo di giustizia è la mortificazione di un leader

Francesco Storace
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I pazzi siete voi. Che volete giudicare senza alcun rispetto per le persone che hanno fatto la storia. Ancora con questa farsa del processo Ruby a Berlusconi, con l’aggravante della richiesta di una perizia psichiatrica. Forse quella perizia andrebbe fatta a chi ha partorito la bislacca idea invece che al Cavaliere.

Perché in gioco c’è la dignità dell’uomo. La consapevolezza del ruolo esercitato da Berlusconi ovunque si sia impegnato. E la pena per una giustizia partigiana.

 

C’è tutto nella lettera con cui ieri Silvio Berlusconi ha mandato al diavolo i magistrati del noiosissimo RubyTer. Perizia psichiatrica? «Il processo fatelo da soli, anche in mia assenza, tanto ho capito come finisce», è il pensiero del Cavaliere. E non solo suo, perché siamo alla farsa.

Che cosa vogliono scoprire entrando nella testa di Berlusconi questi signori? Gli faranno l’analisi delle sue voglie? Se ne ha ancora oggi? Ma che roba ridicola è? Semmai hanno scoperto nella sua reazione alla decisione del tribunale che Silvio non rinuncia a dire quello che pensa, e davvero costi quel che costi. «Fatelo in mia assenza», ribadisce, ed è lui che sentenzia su di loro, semmai.

 

Ovunque ha navigato, Berlusconi ha dimostrato al mondo che significa campare e avere successo. Sin da quando era imprenditore, uomo di tv e di sport e poi statista in politica. Ma come si permettono di sottoporre un uomo come lui a perizia psichiatrica. A che cosa dovrebbe servire?

Il dubbio che Berlusconi mette nero su bianco – su una sentenza evidentemente già scritta – dovrebbe suscitare indignazione generale verso la "giustizia". Perché robe del genere non si sono mai viste. Tanto è vero che dà appuntamento al verdetto successivo, perché non si aspetta alcuna clemenza da giudici di tal fatta.

Lo avevamo scritto giorni fa, lasciatelo in pace. E invece si insegue l’umiliazione del leader politico, e tutto questo è davvero inaccettabile.

Siamo al pregiudizio, denuncia Berlusconi nella lettera in cui scrive al tribunale di rifiutarsi di assoggettarsi a quella procedura, e sa già come finirà. Ma è giustizia questa, con un accanimento che pare davvero evidente?

 

I periti dovrebbero stabilire – e c’è da tremare - se da parte del leader di Forza Italia ci sia «assoluta incapacità» anche «psichica» di partecipare al processo Ruby ter e eventualmente, laddove venga ravvisata una incapacità, se possa essere recuperata e attraverso quali terapie. Stanno dicendo ai medici che lo hanno in cura di non saper fare il loro mestiere (nella migliore delle ipotesi) e in pratica sarà il tribunale di Milano a decidere la diagnosi per Berlusconi. Siamo oltre ogni immaginazione persino con lo stato della giustizia italiana.

Irridere con queste modalità un leader conosciuto in tutto il mondo è profondamente ingiusto e si fa danno anche alla credibilità dell’ordine giudiziario. Si vuole affermare che Berlusconi, anziché essere sottoposto a cure per le malattie fisiche che ha dovuto sopportare, possa addirittura essere incapace di intendere e di volere. È davvero difficile trovare parole adatte per non sconfinare nel linguaggio che sarebbe normale adoperare di fronte ad atteggiamenti siffatti da parte di chi ricopre l’altissima funzione di giudicare altri uomini. Ma non rinunciamo a dire che ci spaventa una giustizia amministrata così.

A Silvio Berlusconi possiamo solo dire di continuare ad avere il coraggio che manifesta anche rifiutando quell’offensiva perizia. Ai magistrati possiamo solo suggerire di non esagerare con pretese che appaiono davvero ingiustificate nei confronti del leader di Forza Italia. Che ha diritto ad essere giudicato e assolto e non compatito. Perché, comunque la si pensi sui suoi convincimenti, Berlusconi è stato ed è un grande leader che ha avuto il consenso di tantissimi milioni di italiani. Che reputano inverosimile il trattamento che si pretende di riservargli. Il rispetto passa anche da qui.

 

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