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Lo Stato umiliato dal maxi-rave a Valentano: fanno festa fregandosene del Covid, nessuno controlla

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Alessio Buzzelli
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C'è una zona del nostro Paese che da ormai oltre tre giorni è diventata letteralmente una terra di nessuno, in cui la legge pare essere stata sospesa: è la grande area verde nei pressi di Valentano, in provincia di Viterbo, occupata il giorno di ferragosto da oltre 5mila persone provenienti da tutta Europa, in cui si sta svolgendo uno dei più grandi rave party degli ultimi anni. Una enorme festa illegale - come è nella natura di un rave in cui sta succedendo di tutto: alcol, droghe, musica assordante che arriva a chilometri di distanza, incendi, ragazzi in coma etilico e addirittura un morto, un ventiquattrenne di origini britanniche trovato senza vita sul fondo del vicino lago di Mazzano il 16 agosto scorso. Sembra incredibile anche solo a dirsi, ma è tutto vero.

Nell'estate del green pass, delle multe a chi prende un caffè in un bar senza aver indossato bene la mascherina e delle discoteche chiuse, migliaia di giovani sono accalcati in una no man's land" da quasi quattro giorni, senza che nessuno sia ancora riuscito a intervenire per sgomberare l'area. Nonostante tutto in quella festa sia completamente fuorilegge, bagni chimici compresi; nonostante, persino, la tragica morte di un ragazzo, allontanatosi dalla ressa per fare un bagno rinfrescante. Ma più del mancato intervento successivo - senza dubbio problematico, visto l'alto numero di persone da sgomberare -,in questa vicenda lascia stupiti l'incapacità di prevenire un tale, mastodontico assembramento, formatosi nel giro di una notte con una carovana di camper, minivan e auto provenienti da mezzo mondo, la maggior parte delle quali con targhe oscurate per evitare di essere identificate durante il tragitto.

Un blitz in piena regola, come sempre accade in questi casi, pianificato nei dettagli sui social e nelle chat degli smartphone di ragazzi olandesi, tedeschi, polacchi, spagnoli e ovviamente italiani, coordinatisi alla perfezione per prendere possesso dell'area individuata presumibilmente mesi fa. La macchina dello Stato in queste ore sembra essersi fermata a guardare da vicino qualcosa che ormai è obiettivamente difficile da fermare, tanto che il rave sta proseguendo diritto verso il suo compimento, previsto per il 22 agosto. Ancora cinque giorni di festa selvaggia durante i quali tutto potrebbe accadere, anche se le forze dell'ordine sono schierate a presidiare gli ingressi e le uscite dalla zona del raduno, nel tentativo di limitare i danni.

Le polemiche, naturalmente, tutt' intorno infuriano, tra dichiarazioni indignate di esponenti politici e interrogazioni parlamentari pronte ad essere presentate, mentre le immagini del rave scorrono in loop su tutti telegiomali italiani. Abitanti e turisti delle aree limitrofe sono scossi, spaventati, in alcuni casi disperati per quello che sta accadendo attorno a loro, con la musica assordante che in certi casi ha raggiunto persino alcune zone della Maremma, per tacere del rischio sanitario che inevitabilmente un così grande assembramento potrebbe innescare.

La fuga dei visitatori, infatti, prevedibilmente è già cominciata, così come pure è iniziato il conteggio dei danni inferti al commercio della zona, proprio nel momento in cui la stagione era entrata nel vivo. «Questo raduno illegale - si legge nel comunicato unitario firmato da tre sindaci del grossetano - è una vera e propria incursione nei confronti dei nostri territori che inevitabilmente sta minando in queste ore le attività economiche e la sicurezza e la tranquillità dei cittadini, anche dal punto di vista sanitario». «Nel prendere atto con profonda amarezza - si legge ancora - che lo Stato non si sia dimostrato capace di prevenire, per di più durante una pandemia da Covid-19 in corso dal 2020, tale clamorosa manifestazione di illegalità da ogni punto di vista, noi sindaci riteniamo che a oggi non sia stato assicurato un adeguato e continuo controllo dei territori dei nostri.

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