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Non vogliamo l'impunità, Conte avverte Draghi. Che succede ora

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Tre quarti d’ora di faccia a faccia a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Tanto è durato l’incontro con il leader in pectore del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che lo definisce «cordiale e molto proficuo». Sull'incontro, però, Draghi ha diffuso un laconico e stringato comunicato che la dice lunga sul clima che si è respirato durante il vertice. "Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a Palazzo Chigi il professor Giuseppe Conte - si legge nel comunicato di Palazzo Chigi - Durante il colloquio sono stati affrontati temi legati all’evoluzione della situazione epidemiologica, alla transizione ecologica e alla riforma della Giustizia". 

Convitato di pietra il tema della Giustizia che ha scosso il Movimento 5 stelle, che ora si prepara ad affrontare la battaglia parlamentare presentando emendamenti alla mediazione uscita del Cdm sulla riforma del processo penale. Sarà un approccio costruttivo per migliorare il testo, spiega 
Conte che assicura di non aver parlato con il premier della possibilità che l’Esecutivo blindi il testo ponendo la questione di fiducia. Certo, «dico, mettiamo da parte le bandierine, le ideologie», spiega Conte, avvertendo che M5s «sarà molto vigile nello scongiurare soglie di impunità, molto attento».

 

 

 

 

 

Quindi sull’altro fronte caldo, il ddl Zan su cui in Senato la maggioranza rischia di non avere i numeri, non tradisce alcuna incertezza: «E' una legge che appoggiamo», dice infatti. E sull’appoggio all’Esecutivo parla di Transizione ecologica e vaccini: «Il ministro Cingolani ha la nostra fiducia. M5s darà un grande contributo. Tutti parliamo di transizione ecologica ma bisogna rimboccarsi le maniche e passare dagli slogan ai fatti concreti. M5s lavorerà con Cingolani con grande disponibilità».

Quanto alla pandemia «non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo mantenere sempre vigili i presidi per la protezione sanitaria. Dobbiamo continuare a promuovere la campagna vaccinale perché è l’unico vero antidoto per poter contrastare la pandemia e per poter proteggere il tessuto economico e sociale», osserva diradando anche ogni possibile dubbio sulla sua eventuale corsa per un seggio suppletivo alla Camera: «Ho pensato di non candidarmi perché ho preso altri impegni con M5s per me prioritari». La politica «è dappertutto», ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio spiegando che come leader M5s finirebbe per non poter frequentare l’Aula di un Parlamento «per cui - ha sottolineato - ho molto rispetto». Intanto domani scade in commissione Giustizia della Camera il termine per emendare il testo di riforma del processo penale e bisognerà capire quanti e quali emendamenti presenterà il M5s.

 

 

 

 

 

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