Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Renzi indagato per finanziamento illecito: i pm scambiano Matteo per Berlusconi

Esplora:

Domenico Alcamo
  • a
  • a
  • a

Sembra una costante, la circostanza secondo cui quei leader i quali, in Italia, osino contrapporsi alle mire politiche del blocco post diessino prima o poi finiscono indagati. Negli ultimi giorni, così, si ri-accendono i patemi giudiziari di Matteo Renzi. Nelle pagine del suo libro, “Controcorrente”, è egli stesso a dare notizia di un’inchiesta ulteriore a suo carico. E dunque sarebbe finito nelle mire della Procura di Firenze e la contestazione riguarderebbe un' emissione di fatture per operazioni inesistenti relative ad un compenso a lui corrisposto per una conferenza ad Abu Dhabi. Una notizia, dunque, che segue quella di ieri, che vede l’ex Presidente del Consiglio e il manager delle star Lucio Presta indagati per una vicenda di presunti bonifici sospetti relativi al documentario “Firenze secondo me”.

Nel suo volume, Renzi definisce “ossessivo” questo martellamento dei Pm. Ciò sicuramente ne avvicina il “racconto politico-giudiziario” anche a Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, entrambi stabilmente, a fattispecie variabili, nel mirino degli inquirenti (l’aggressione giudiziaria ai danni del leader di Forza Italia ha segnato quasi un trentennio di storia di questo Paese). Anche per certe modalità. E lo si ricostruisce proprio da quanto scritto da Renzi ieri, nella sua e-news, in riferimento all’inchiesta sul documentario.

Quanto accaduto, osserva il leader di Italia Viva, “richiede che io sia puntuale e trasparente come sempre” e la ricostruzione va a martedì. “Mentre ero in Aula –spiega Renzi- un giornalista mi ha comunicato che sono indagato dalla Procura di Roma”. E prosegue: “tutto ciò che riguarda la mia vita professionale è trasparente, tracciato, regolare. E’ perfettamente lecito. Per questo nessuna polemica con i magistrati, cui auguro buon lavoro e ai quali confermo la mia disponibilità a qualsiasi chiarimento fosse giudicato necessario. Rimane solo la sorpresa di un avviso di garanzia comunicato da un giornalista e non dall’ufficiale giudiziario. Leggere tutte in fila le cose che sono state fatte a me e alla mia famiglia fa impressione, ve lo assicuro. In ogni caso useremo con gli inquirenti il massimo rispetto, quello stesso rispetto che ci è stato negato facendoci informare dell’avviso di garanzia dai giornalisti”.

Dunque è proprio l’assist tra certa magistratura e certa stampa che il leader di Italia Viva denuncia, puntando un dito su uno schema a lungo collaudato. A proposito, poi, delle inchieste che coinvolgono i suoi familiari, ieri sua mamma Laura Bovoli è stata assolta dal tribunale di Cuneo. L’accusa era concorso in bancarotta fraudolenta per una società, la Direkta S.r.l. Una vicenda legata alla distribuzione di volantini e depliant pubblicitari. La notizia ha innescato, logicamente, le reazioni di Italia Viva. “Voglio vedere i giornali di domani se ne daranno notizia”, ha detto il capogruppo al Senato Davide Faraone, parlando al Tg4. Linea tenuta anche dallo stesso ex premier: “oggi tutti i media sono scatenati sui miei avvisi di garanzia: sono curioso di capire quanto spazio verrà dato alla notizia di mia mamma oggi assolta dopo anni di indagini e processi. Assolta dall'accusa di bancarotta a Cuneo. Perché? Perché il fatto non sussiste. La verità arriva, prima o poi”. 

Dai blog