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Variante Delta, medici e insegnanti verso l'obbligo vaccinale

Giorgia Peretti
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Guido Rasi è ospite nella puntata di mercoledì 7 luglio di Agorà Estate. Il programma di approfondimento mattutino sotto la conduzione di Roberto Vicaretti, intervista l’ex direttore dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ora consulente del Commissario straordinario Francesco Figliuolo. I temi sul tavolo di Rai3 sono, ovviamente, i vaccini, l’incidenza della variante indiana e la ripartenza delle scuole in presenza.

Il professor Rasi risponde, in prima battuta, ai dubbi sollevati dalla notizia della scarsa protezione del vaccino Pfizer contro la mutazione delta del virus. “Vi è una protezione leggermente inferiore rispetto ad altre varianti - spiega il prof - Con la seconda dose la protezione dalla malattia severa è comunque del 93%-94%. Quindi bisogna fare la seconda dose”. Quanti italiani vaccinati servono per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge? Rasi risponde con cautela: “È difficile parlare di immunità di gregge perché bisogna tenere conto anche della popolazione pediatrica. Quella sotto ai 12 anni non è neanche stata studiata per ora, che comunque farà circolare virus e varianti. Dunque, parlare, in questo caso, di immunità di gregge è difficile ma possiamo parlare di immunità di comunità che credo sia possibile già con il 70/80%”. Poi sull’ipotesi di una terza somministrazione del vaccino: “Andrei cauto perché i dati ci dicono che sembra durare più di quanto ci aspettavamo. Giusto essere pronti per la terza dose ma personalmente preferirei arrivarci con un vaccino modificato qualora arrivi la variante che scappa ai vaccini. Il rischio c’è sempre con i virus, al momento non c’è”, risponde Rasi.

 

 

 

 

 

Infine, in merito alla ripartenza in presenza della scuola, il prossimo settembre l’ex dg dell’Ema spiega: “Secondo me gli operatori pubblici, che stanno a contatto con il pubblico devono vaccinarsi. Sono ruoli troppo importanti, non è possibile pensare che non siano protetti. Con la variante delta, la velocità di diffusione è estremamente cambiata, qui basta una carica virale bassa e si parla di 10/15 secondi di contatto. Quindi l’insegnante non si capisce perché non si voglia vaccinare”. Poi conclude lanciando un messaggio di velata speranza: “Se gli insegnanti saranno tutti vaccinati e verranno fatti passi avanti in termini logistici, forse si potrà pensare alla scuola senza mascherina. Però va tenuta sempre a portata di mano”.

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