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L'Europa di Giorgia Meloni: gli Stati devono poter dire la loro

Pietro De Leo
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“Crediamo in un’Europa confederale, dove gli Stati possano contare e dire la loro”. E’ quanto afferma Giorgia Meloni, intervistata dal direttore del Tempo Franco Bechis a Perugia. Evento organizzato dal Coordinamento di Fratelli d’Italia Umbria per presentare il libro “io sono Giorgia”.

 

Argomento d’esordio, il documento firmato dalla leader di Fratelli d’Italia, assieme al Segretario della Lega Salvini ed altri movimenti europei d’ispirazione sovranista e conservatrice, che auspica ad un nuovo modello d’Europa, in cui si riconoscano anche le radici cristiane. “Oggi abbiamo un’UE in cui ci dicono come cucinare gli insetti – ha affermato Meloni- e poi in Libia si va in ordine sparso, non abbiamo avuto un piano pandemico, come abbiamo visto. Noi abbiamo quindi firmato un documento per raccontare un altro modello d’Europa. Se le altre nazioni vogliono legittimamente difendere i loro interessi, anche l’Italia deve cominciare a farlo. C’è un’agenzia francese che ha elaborato un sistema, il nutriscore. In base a questo sistema, l’olio extravergine di oliva riscuote il bollino rosso, mentre qualche bibita gassata o qualche alimento di origine chimica, e magari precotto, ottiene il bollino verde. Questo perché si vogliono favorire dei mercati a scapito di altri. Ebbene –osserva la leader di Fdi- quest’Europa non mi sta bene”.

 

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