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Il sovranismo che non molla al tempo di Mario Draghi

Francesco Storace
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Chi vuol essere, sovranista sia. Anche al tempo di Mario Draghi. Può essere questa la sintesi felice del pensiero di Aldo Di Lello, già responsabile del servizi culturali del Secolo d’Italia che da giovedì prossimo ci offrirà nelle librerie il suo ultimo “Sovranismo sociale” dedicato a quest’epoca dura di pensiero unico. Il libro, pubblicato da Armando editore, attacca a tutto tondo le politiche di austerity: «L’uomo non sarebbe mai andato sulla Luna».

E demolisce una concezione del debito che ha prodotto solo l’ossessione dei tagli alla spesa sociale. E su tutto primeggia la mistica di quel pareggio di bilancio che ha finito per impoverire ancora di più popoli, famiglie, imprese. È davvero un libro senza peli sulla lingua. E con metodo e precisione Di Lello delinea che cosa è accaduto in Europa e in Italia: l’aggressione alla democrazia delegittimata in favore di banche e mercati; la reazione dei popoli contro le élite, il contrasto popolare alla globalizzazione; e la terza parte della sua opera, intitolata al «Laboratorio», ovvero la proposta di cancellare l’obbligo di pareggio di bilancio dalla Costituzione, approvato nel 2012 «da un Parlamento sotto il ricatto dei poteri globali».

Chi può riuscire nell’opera. Di Lello indica la formula, affascinante, dell’arco trasversale di forze: Al di là della destra e della sinistra c’è il sovranismo sociale”, una vera e propria rivoluzione. «La ripartenza e la rigenerazione del nostro Paese – scrive l’autore – avverranno solo quando potrà insediarsi un Parlamento che avrà la forza e il coraggio di cancellare questa perniciosa anomalia. Rivitalizzando lo spirito sociale di quel patti tra cittadini che si chiama Costituzione».

E dedica ai «liberali di destra» anche un richiamo assolutamente gustoso, che sa di strattonata morale alle parole e ai comportamenti di chi teme sempre i giudizi altrui: «Se Ronald Reagan avesse avuto paura del deficit di bilancio e non avesse quindi lanciato il massiccio e dispendioso programma di Scudo Spaziale, meglio noto come ‘Guerre Stellari’ (…) chissà come sarebbero andate le cose, con l’Urss e con il comunismo…». Insomma, un libro che squarcia la coltre del pensiero debole, quello  che non ha idee, quello che non ha popolo dietro di sé.

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