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Ma quali riaperture, frenata clamorosa del governo. Draghi gela tutti

Doccia fredda dopo gli spiragli. La cabina di regia per valutare la programmazione di possibili riaperture "non è stata al momento convocata né sono state definite date". Ecco quanto precisano fonti di governo che rispondono al pressing delle Regioni per velocizzare sulla valutazione di possibili riaperture come previsto - qualora i dati relativi al Covid dovessero migliorare - dall'ultimo decreto del governo.

 

  

"Per quanto attiene il quadro epidemiologico esso è costantemente monitorato - sono le parole che trapelano da fonti governative e riportate dall'Agi - Ed è sulla base dei dati elaborati settimanalmente dall’Iss, Dg Prevenzione e Regioni che verrà valutata la situazione sulla diffusione del contagio e sulle misure e i tempi necessari", si sottolinea. 

 

In altre parole un altro sos rispedito al mittente, quel pressing delle Regioni sul governo per un check sulle riaperture che si pensava, nel pomeriggio, avesse avuto un qualche risultato spingendo l'esecutivo di Mario Draghi a convocare - questa era l'indiscrezione - la prossima settimana la cabina di regia per valutare la programmazione di possibili riaperture, seppur di solo alcune attività, dopo il 20 aprile. Una mossa vincolata a un miglioramento dei dati epidemiologici, e che sarebbe dovuta essere contenuta in una delibera da approvare in Consiglio dei ministri. 

 

Ma l'indiscrezione che accoglieva le richieste delle Regioni che chiedono di fornire prospettive ai settori più colpiti e riaperture subito dopo il 20 aprile, sempre nel caso di un miglioramento dei dati epidemiologici, secondo quanto si apprende è stata rispedita al mittente. Le Regioni chiedevano un aggiornamento delle misure in base allo stato della pandemia prima di maggio, come previsto dal meccanismo dell'ultimo decreto Covid, apparso però fin da subito solo un "contentino" formale per le forze che premevano per le riaperture, dalla Lega di Matteo Salvini a molte Regioni. Proprio gli enti locali giovedì incontreranno il premier Mario Draghi. Sicuro che torneranno alla carica, ma forse con poche speranze di spuntarla.

 

Infatti è legato a un calo dei contagi il discorso relativo all’allentamento delle misure predisposte per contenere la diffusione di Covid-19. La risposta non arriverà a stretto giro di posta. Giovedì prossimo si terrà un incontro tra governo e rappresentanti delle Regioni, dei Comuni (Anci) e dell’Unione delle Province italiane, ma al centro ci sarà la discussione sui provvedimenti di interesse degli enti locali da inserire nel Recovery Plan. Alla riunione prenderanno parte anche il premier, Mario Draghi, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini: è probabile che oltre ai fondi europei del programma Next Generation Eu qualcuno provi a parlare anche di riaperture. 

La speranza è che i contagi si saranno abbassati sotto una soglia accettabile, in modo da consentire un parziale ritorno alla normalità già dal 20 aprile, ma nulla è stato ancora deciso. A spingere (da tempo) per questa soluzione è il leader del Carroccio, Matteo Salvini. "Riaprire attività e tornare alla vita fin da aprile, ovunque i dati medici lo permettano, è obiettivo della Lega e speranza di milioni di italiani", ribadisce l’ex ministro dell’Interno. Che aggiunge: "Ascoltiamo la scienza, non l’ideologia che vede solo rosso".