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Matteo Salvini incontra i premier di Polonia e Ungheria: patto a tre per l'Europa

Francesco Storace
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Chissà se si chiamerà proprio Rinascimento europeo la formazione politica a cui sembrano puntare Matteo Salvini e i premier d’Ungheria e di Polonia, Viktor Orban e Mateus Morawiecki. Ma il vertice di ieri a Budapest è foriero di nuove prospettive unitarie nel cuore del Continente, per richiamare alla compattezza tutte le forze alternative alla sinistra e che non ci stanno più al giogo di un Partito popolare “lontano dai valori originari dell’Europa”.

Questa è la cifra politica dell’incontro che fatto risuonare frasi tipiche della tradizione alternativa alla sinistra e che promette di creare una grande aggregazione, con i prossimi incontri già fissati per maggio a Varsavia e poi a Roma.

Il modello europeo indicato da Salvini, Orban e Morawiecki è chiaro: non bisogna occuparsi di tutto, ma bene di quello su cui la politica continentale dovrà cimentarsi, “fare poche cose e bene”, ha sintetizzato il leader leghista. E soprattutto senza assistere più “ai ricatti per le scelte che fa ogni paese sovrano: non ci può essere un organismo che dia patenti di democrazia e di bontà”.

Il riferimento comune deve essere anzitutto rivolto alle grandi sfide sul tappeto, con Israele che chiude accordi di pace fondamentali in Medio Oriente, mentre c’è un islamismo alle porte che deve trovare un argine nei valori europei. 

Quali sono gli obiettivi concreti lo dice nella conferenza stampa successiva al vertice, proprio il segretario del primo partito italiano. “Contiamo di rappresentare la maggioranza dell’Europa bella, solidale, generosa, accogliente e felice, ha detto Salvini citando la dichiarazione di indipendenza Usa, per parlare del «diritto alla felicità»: «Parlarne in tempi di pandemia, di lockdown, ricoveri (...), credo che sia un dovere e un segno di speranza. Dopo il fallimento sui vaccini e dopo il dramma del Covid noi crediamo ci possa essere un Rinascimento europeo, una risurrezione”.

Gli altri protagonisti dell’incontro in terra magiara si sono espressi con toni simili, senza alcuna dissonanza. E il padrone di casa Orban è arrivato a definire Matteo Salvini “nostro eroe perchè sull’immigrazione, quando qualcuno diceva che era impossibile fermare i clandestini, da ministro ha saputo arrestare l’immigrazione. Siamo grati per quello che ha fatto Salvini. E l’abbiamo sempre apprezzato”. 

E ha poi aggiunto che “milioni di cittadini europei non hanno una propria rappresentazione perchè il Partito popolare europeo si è impegnato nella cooperazione con la sinistra europea”, ha detto Orban, secondo cui l’obiettivo è “rappresentare i cristiano-democratici”. Sosteniamo «l’atlantismo, il cristianesimo, la sovranità» e rifiutiamo «l’antisemitismo». Lo stesso premier polacco ha detto di aver apprezzato “l’idea di Matteo Salvini a proposito di rinascimento europeo. Parliamo di valori per costruire il futuro”.  Nella conferenza stampa seguita all’incontro, il capo del governo di Varsavia ha dichiarato che i tre leader hanno discusso ovviamente “del futuro dell’Europa, della situazione pandemica ma anche della collaborazione intergovernativa”. Morawiecki e Orban sono a capo di due governi ma “ora anche 

Salvini è tornato parte della maggioranza in Italia” ed è consapevole dell’importanza “di accelerare i programmi vaccinali” e di far sì che “in Europa arrivino quanti più vaccini possibile”. “È il miglior modo di lottare contro il coronavirus”, ha detto Morawiecki. L’Europa ha l’opportunità di tornare alla normalità attraverso un’adeguata collaborazione intergovernativa ma anche “nuove piattaforme di discussione”. 

Tra le priorità della piattaforma istituita assieme a Ungheria e Italia ci sono “la collaborazione transatlantica” e l’integrazione europea. Tuttavia, quest’ultima non può avvenire “sacrificando la sovranità, la famiglia, il cristianesimo”, in altre parole “la difesa di valori tradizionali europei che oggi vengono attaccati da fuori ma anche da dentro l’Europa”. 

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