scissione?

Di Battista, la vendetta è istantanea. Scatena la base M5s nel giorno dei poltronisti

Ha aspettato di ascoltare la lista dei ministri dalla voce di Mario Draghi per affondare gli ormai ex compagni colleghi M5s. "Ne valeva la pena?", è la stilettata che Alessandro Di Battista affida a Facebook commentando il governo dell'ex banchiere centrale, che Dibba ha osteggiato fino a lasciare il Movimento dopo il via libera dei militanti deciso con il voto su Rousseau.

 

  

Un messaggio rivolto alla base grillina e alla maggioranza "governista" dei big del Movimento che farà discutere. In tanti già commentano che, se Di Battista dovesse fondare un movimento, sono pronti a seguirlo. 

 

E i grillini che pensano che ne valeva la pena sono almeno quelli confermati o nominati ministro. La delegazione più numerosa  infatti è quella dei 5 Stelle, partito che ha i gruppi parlamentari più consistenti a Camera e Senato. Nella squadra Draghi entrano infatti 4 ministri pentastellati e sono tutte riconferme (anche se in alcuni casi in ruoli diversi) del Conte 2: Federico D’Incà torna ai Rapporti con il Parlamento e Luigi Di Maio viene confermato alla Farnesina. Mentre Stefano Patuanelli "migra" dal Mise all’Agricoltura e Fabiana Dadone dalla pubblica amministrazione alle Politiche giovanili.

 

Tre i ministri dem. Due conferme con Lorenzo Guerini alla Difesa e Dario Franceschini alla Cultura (ma ’perdè il Turismo). New entry Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, come ministro del Lavoro. Tre anche i ministri in quota Lega: Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Erika Stefani al ministero per le politiche della disabilità e Massimo Garavaglia al Turismo. Anche per Forza Italia la delegazione è composta da tre ministri: Renato Brunetta alla Pubblica Amministrazione, Mara Carfagna al Sud e Maria Stella Gelmini agli Affari regionali. Leu vede confermato Roberto Speranza alla Salute. Per Italia Viva torna al governo Elena Bonetti nello stesso ruolo del Conte 2 ovvero Pari opportunità e Famiglia.