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Il trucco di Conte per salvarsi. È il governo degli irresponsabili

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Una cosa è sicura: sia oggi che domani il governo di Giuseppe Conte otterrà la fiducia da entrambe le camere, e quindi resterà in piedi. Alla Camera i numeri non sono in questione, perché l’esecutivo era autosufficiente anche senza il gruppo di Italia Viva.

Al Senato non otterrà la maggioranza assoluta dei voti a meno di improbabili colpi di scena, ma non cadrà perché Matteo Renzi farà astenere il suo gruppo e così i numeri delle opposizioni non basteranno alla spallata. Anche se qualcuno farà l’appello alla responsabilità, è assai difficile che si trovino i voti dell’ultima ora in questa condizione: con la sua scelta Italia viva ha reso irrilevante la caccia ai voltagabbana, e questi preferiranno restare al coperto. Ci sarebbe da discutere su un governo di minoranza come questo appeso ai renziani nel modo più incerto possibile. In altri tempi il Quirinale avrebbe convocato il premier e impedito un esito di questo tipo. Ma oggi tutti- anche Sergio Mattarella- sembrano paralizzati dalla retorica della pandemia e dell’emergenza sanitaria e pensano non possa esserci alternativa a questo esecutivo e questo premier. Anche se il governo fosse morto- e lo è- lo terrebbero in piedi in qualsiasi modo, come accadeva nella vecchia Unione sovietica quando non c’era una soluzione pronta e si fingeva fosse ancora vivo e vegeto il dittatore di turno che in realtà era già imbalsamato.

Non è una scelta saggia, e la parola «responsabilità» appare del tutto fuori luogo. Per valutare se è responsabile o meno fare di tutto per mantenere questo governo in sella, il solo modo è valutarne i risultati. La pandemia ha messo ko tutti i paesi del mondo, non c'è dubbio. Ma l’Italia ha fatto peggio di quasi tutti gli altri. È accaduto sulla emergenza sanitaria, perché il governo italiano non ha saputo proteggere la vita dei suoi cittadini, e con più di 80 mila morti è risultato il secondo peggiore al mondo tenendo conto del numero di abitanti dopo il Belgio. In Italia fin qui sono morti 1.369 abitanti per milione di residenti, dato che per esempio si può confrontare con quelli di due paesi che sono stati accusati proprio dall’Italia di pessima gestione della pandemia: gli Stati Uniti di Donald Trump (1.200 morti ogni milione di abitanti) e il Brasile di Jair Bolsonaro (986 morti ogni milione di abitanti). Sono numeri tragici dietro cui non ci si può nascondere: la risposta sanitaria alla pandemia in Italia è stata la seconda peggiore al mondo. Ma c’è un altro dato che giudica l’attività dei vari governi: la caduta delle economie per la crisi sanitaria. Non abbiamo i dati consuntivi certificati ma secondo le ultime stime circolate a dicembre la caduta del Pil italiano dovrebbe essere superiore al 9 per cento, un po’ più della Francia. In Europa è il secondo peggiore dato di tutti, dopo quello della Spagna. Nel mondo l’Italia si piazza secondo le stime della Banca mondiale fra i peggiori sette paesi del mondo come caduta dell’economia. Mettendo insieme entrambi i dati nessuno al mondo ha fatto peggio del governo italiano, pur spendendo una cifra colossale per sostenere l’economia e facendo crescere a livello esponenziale il proprio debito pubblico.

I numeri dicono quindi che proprio nell’emergenza sanitaria ed economica della pandemia il premier Giuseppe Conte e i suoi ministri hanno fallito in modo clamoroso. Non si capisce cosa ci sia di responsabile nel lasciare in sella anche quando non ha più i numeri in Parlamento una squadra che è riuscita a fare danni al proprio paese più del virus. Come dice con semplicità Flavio Briatore oggi in una intervista a Il Tempo, non c’è cartina al tornasole più della crisi generale per valutare le capacità di un amministratore delegato di un’azienda: se fa peggio del mercato e di chiunque altro la sola responsabilità che devono esercitare gli azionisti è quella della sua immediata sostituzione prima che possa fare altri danni che poi diventano irreparabili. Se vale per un’azienda, figuriamoci per un paese: il vero atto di responsabilità che dovrebbe esercitare chi sta in Parlamento e chi deve vigilare sul Colle è sostituire il prima possibile una squadra che ha dimostrato di fare danni così grandi. È il momento di farlo, tanto più ora che l’esecutivo dovrebbe presentare piani di investimento ai prestatori di denaro del resto d’Europa per ottenere la prima tranche di quei 209 miliardi di euro prevista dal Next generation Eu. La modestia qualitativa del PNRR approvato in consiglio dei ministri è evidente in ogni cancelleria europea, e sta facendo lievitare dubbi e contrarietà in Germania come in altri paesi del Nord. Se non ci sono ancora proteste ufficiali è solo perché quel piano per la commissione europea non esiste, non essendo ancora stato presentato. Ma prima che sia troppo tardi quel documento va riscritto facendolo diventare un piano serio ed operativo, non la fiera dei parolai quale oggi è. Non sembrano in grado di farlo i ministri di questo esecutivo, che non ne hanno con evidenza le capacità visto che tre volte lo hanno riscritto e tre volte hanno sfornato la stessa robetta.

È responsabile fare accomodare Conte e i suoi e sostituirli con qualcuno che ci sappia fare un po’ di più, non cercare gli avanzi di partito per mettere cerotti a una maggioranza che non c’è più. Qualsiasi cosa a questo punto può essere meglio dell’attendere che il premier monti il suk a palazzo Madama cercando in modo scomposto e disordinato come è accaduto in questi giorni di vendere poltrone per raccattare qualche cerotto in più.

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